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Ridateci la legge truffa!

L'inchiostro delle severe motivazioni che la Corte Costituzionale ha scritto per sancire l'illegittimità costituzionale del Porcellum non si è ancora asciugato ed ecco che Renzi e Berlusconi hanno stipulato un patto d'acciaio per riscrivere un secondo porcellum, molto peggiore del primo.

La Corte Costituzionale ha cancellato il premio di maggioranza combinato con l'assenza di una soglia minima perchè è “tale da determinare un’alterazione del circuito democratico definito dalla Costituzione, basato sul principio fondamentale di eguaglianza del voto (art. 48, secondo comma, Cost.)”?

Loro lo ripristinano, mettendo una soglia minima talmente bassa da comportare una distorsione enorme della volontà popolare espressa ed incidere gravemente sull’eguaglianza del voto.

La Corte costituzionale ha detto che non è compatibile con la Costituzione un sistema in cui la scelta dei rappresentanti è rimessa esclusivamente nelle mani dei partiti, osservando che “in definitiva, è la circostanza che alla totalità dei parlamentari eletti, senza alcuna eccezione, manca il sostegno della indicazione personale dei cittadini, che ferisce la logica della rappresentanza consegnata nella Costituzione (..)?

Loro ripristinano le liste bloccate, limitandosi soltanto a ridurne la lunghezza incrementando il numero delle circoscrizioni: il risultato sarà sempre lo stesso, il 100% dei “rappresentanti” del popolo saranno nominati dai capi dei 3 partiti che sono ammessi ad avere la rappresentanza in Parlamento.

Qui c'è un'altra modifica ulteriormente peggiorativa del porcellum. La legge Calderoli comprimeva la rappresentatività delle assemblee parlamentari non soltanto con l'artificio del premio di maggioranza ma anche con la previsione di soglie di sbarramento variabili fissate, alla Camera, nel 2% per le liste in coalizione e del 4% delle liste non coalizzate. Mediante la combinazione di premio di maggioranza e soglie di sbarramento, milioni di elettori non hanno trovato rappresentanza in Parlamento nelle elezioni per la XVI e XVII legislatura (2008 e 2013).

Adesso questo sistema viene reso ancora più esclusivo raddoppiando le soglie di sbarramento e portandole al 5 e all'8%.

Su 30 milioni di votanti alla Camera (esclusi i voti del Trentino, della Valle D'Aosta e della Circoscrizione estero) l'8% sono 2.400.000 voti.

Questo significa stabilire per legge che partiti che hanno il consenso di 2.400.000 elettori (meno uno) non hanno il diritto di essere rappresentati in Parlamento, con la conseguenza inevitabile che milioni di elettori verrebbero espulsi, per legge, dal circuito della rappresentanza politica.

Non si era mai verificato un attacco così grave ai diritti politici del cittadino. E non si tratta di un problema che riguarda soltanto i potenziali elettori dei “piccoli” partiti, riguarda tutti i cittadini elettori perchè attiene al principio costituzionale della libertà del voto. Il voto non è “libero”, infatti, se i cittadini non sono liberi di scegliersi da chi essere rappresentati.

Ed è incredibile che gli attori politici che si apprestano ad infliggere un vulnus così grave alla democrazia costituzionale possano agire impunemente senza essere impallinati dai media.

Eppure una volta in Italia c'è stata una grande mobilitazione popolare che ha portato al rigetto a furor di popolo di una legge elettorale che feriva l'eguaglianza dei cittadini nel voto. Questa legge è stata bollata d'infamia ed è passata alla storia come la “legge truffa”.

Se noi la paragoniamo alla legge Renzi-Berlusconi, la legge truffa ci potrebbe apparire come un miraggio. Essa infatti prevedeva  sì un premio di maggioranza del 15%, ma lo dava soltanto a quella coalizione di forze che avesse ottenuto la maggioranza dei consensi da parte degli elettori e non fissava soglie di sbarramento per impedire l'accesso al Parlamento delle minoranze politiche.

Per favore qualcuno risusciti l'opposizione.