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Siria, è l'ora di una svolta politica nonviolenta

E' tardi, certo, i problemi sono immensi e complicati, ma non vogliamo arrenderci all'immensa tragedia siriana nella quale il vuoto della politica è stato riempito dalla logica della guerra. E di quale guerra! La repressione governativa di opposizioni sempre più armate e inaffidabili, così come la presenza di gruppi o stati interessati a sostegno dell'uno o dell'altro fronte, hanno prodotto uno scenario di incredibile gravità, una guerra di tutti contro tutti che sta producendo tensioni sempre più forti in una vasta area. Se è fallita l'iniziativa nonviolenta, ancor più fallimentare è stata l'azione armata ritenuta decisiva e risolutiva. Oggi, ogni forma di intervento armato a sostegno dell'uno o dell'altro schieramento, sarebbe non solo strumentale ma porterebbe alla catastrofe totale, renderebbe esplosiva un'ampia area euro-asiatica fino a rischi di una guerra di portata mondiale.
Ripetiamo ciò che abbiamo detto in occasione della guerra in Libia e nel Mali: non possiamo accettare che la soluzione di un conflitto avvenga con guerre che lo alimenterebbero e lo aggraverebbero in una spirale senza fine. Finora hanno parlato le armi ma la contrapposizione armata si è rivelata suicida per i siriani e devastante per tutto il Medio Oriente e il Mediterraneo.
Pax Christi Italia, assieme a Pax Christi international, vuole farsi portavoce dell'appello di papa Francesco e della Santa Sede per una soluzione negoziale del conflitto siriano e per un aiuto umanitario urgente e massiccio.
La strada da seguire non è l'intensificazione militare del conflitto armato, ma la “riconciliazione nella verità e nella giustizia” che può trovare attuazione nella progettata Conferenza di pace di Ginevra. Un cessate il fuoco immediato potrà fermare lo spargimento di sangue e avviare percorsi di vita. Accanto all'aiuto umanitario, occorre attuare la svolta politica nonviolenta, sperimentare il valore politico innovatore della nonviolenza. Al nostro ultimo Congresso romano abbiamo affermato che la nonviolenza non è mai un lasciar fare, tanto meno un lasciar uccidere, ma la pienezza di una politica attiva, determinata e costante.
E' l'ora di una politica di pace con mezzi di pace. E' l'ora di una soluzione negoziale robusta, paziente e articolata. E' l'ora di ridare centralità all'ONU, spesso incerta e inefficace perché ancora sprovvista dei poteri previsti dalla sua Carta di fondazione, e di attivare l'Europa della pace.
Tra gli strumenti (non armati) di diritto internazionale rivolto alla “responsabilità di proteggere” i deboli è possibile indicare: il cessate il fuoco, il blocco del mercato delle armi, la salvaguardia dei diritti della persona, il rilascio dei prigionieri politici o dei sequestrati (tra i quali giornalisti come Domenico Quirico), la cooperazione economica, l'avvio di negoziati coinvolgenti le forze siriane (come il movimento Mussalaha) da tempo impegnate in iniziative politiche alternative sia al conflitto armato che a un intervento militare esterno, garanti di una convivenza pacifica duratura e costruttiva che solo i siriani uniti potranno realizzare con modalità riconciliative da loro scelte.
Chiediamo al governo italiano e alle Nazioni Unite, all'Unità europea e alla Lega Araba di attivarsi quotidianamente per un immediato cessate il fuoco per l'urgente avvio di un processo negoziale finalizzato verso la Conferenza internazionale. Occorre farlo subito. Non si può aspettare agosto o settembre. Il nostro governo deve svolgere la sua parte bloccando ogni forma di mercato delle armi e sollecitando i negoziati valorizzando gli esponenti della nonviolenza siriana.
Accompagnamo gli sforzi diplomatici con un'informazione mobilitante e momenti di preghiera e di digiuno, in rete con tanti cittadini pronti a celebrare degnamente il 50° anniversario della “Pacem in terris” di Giovanni XXIII, enciclica della famiglia umana.
Un fraterno saluto. Shalom
Firenze, 2 luglio 2013
Sergio Paronetto (vicepresidente di Pax Christi Italia)

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Documento inviato a:
Al Presidente del Senato, Pietro Grasso
Alla Presidente della Camera, Laura Boldrini
Al Primo ministro, Enrico Letta
Alla Ministro degli Esteri, Emma Bonino