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Sul 22 marzo a Bruxelles: la violenza non regna

La filosofia dell'uomo occidentale, oggi globalizzata, è duplice:

1 - “Homo homini lupus”: l'uomo per natura vuole sopraffare l'altro. Solo la violenza maggiore raffinata e astuta del domatore (lo Stato) ferma o frena la violenza delle belve (i cittadini).

La violenza regna in ogni caso, anche quando mette pace imperiale.

2 - “L'essere umano ha dignità e diritti inviolabili”.

Come difenderli dalle violazioni?

2/1 - Con la violenza “giusta”, che è pure una violazione.

La violenza regna in ogni caso, anche quando fa “giustizia”.

2/2 - Con la coscienza e cultura sociale della uguaglianza di valore di tutti, espressa nella “regola d'oro” universalmente nota, in decine di formulazioni dell'unico significato: “Tratta gli altri come vorresti essere trattato tu”.

Cioè, la dignità e inviolabilità altrui è uguale alla mia, è fondamento della mia, è verifica della mia.

La mia sopraffazione su altri nega la mia dignità e valore, che invece non sono negati dalla sopraffazione altrui da me patita ma non subita.

Il valore della vittima è limpido, quello del carnefice è oscurato.

Questa coscienza e cultura è la più vera difesa, preventiva e successiva, della vittima di violenza; è la forza nonviolenta, è il satyagraha gandhiano, forza della verità umana. È prevenzione e riparazione della violenza.

Perciò la violenza non regna, e può essere detronizzata per procedere verso una pace giusta e nonviolenta.

Tutte le culture umane hanno questa possibilità, se elaborano, nell'aiuto reciproco, gli elementi pacifici che tutte contengono.