Il Trattato di libero scambio transatlantico (Ttip) è stato uno dei temi centrali affrontati all'incontro di Hanover (Germania) del 25 aprile tra la Merkel, Obama, Hollande e Renzi. "Da un punto di vista europeo - ha detto la Merkel - il Ttip è assolutamente utile per far crescere la nostra economia. È un bene per quella tedesca e per tutta l'Europa. Dobbiamo far presto". È questo il pensiero non solo della Merkel, ma anche di Obama e di Renzi, che vorrebbero che il Trattato fosse firmato entro l'estate.
Il Ttip è conosciuto come "il più grande trattato della storia", perché se verrà approvato legherà gli Usa e l'Unione Europea coinvolgendo circa 820 milioni di persone e abbracciando un'area che produce circa il 45% del Pil mondiale. E costituirebbe la più grande area mondiale di libero scambio. Le trattative per creare il Ttip sono partite in tutta segretezza nel luglio 2013 a Washington e sono condotte da pochi esperti della Commissione Europea e del Ministero del Commercio Usa: è un negoziato stipulato senza la partecipazione dei cittadini.
È un vero e proprio golpe da parte dei poteri economico-finanziari che governano il mondo. Infatti il Trattato indebolisce il "principio di precauzione" vigente in Europa, in relazione ai nuovi prodotti, elimina le sanzioni in caso di abusi relativi ai diritti sociali e ambientali e mira a una progressiva privatizzazione di tutti i servizi pubblici (il Ttip, infatti spiana la strada per l'altro trattato in arrivo, il Tisa - Accordo sul commercio dei servizi -, che vuole privatizzare tutti i servizi pubblici). Ancora più grave è il fatto che il Ttip introduca le corti arbitrali private per le dispute investitori-stati (il cosidetto Isds): "un meccanismo che - seppure nelle correzioni addotte come compromesso al ribasso del gruppo socialista nel Parlamento Europeo - subordina tuttora i diritti umani alla prevalenza delle imprese e del mercato" (F. Martone).
Il Ttip avrà inoltre pesanti ricadute sul mondo del lavoro aggirando le norme dei diritti dei lavoratori, svuotando le normative per la loro protezione, ma anche ridimensionando il diritto di contrattazione collettiva. Il Trattato mina poi alla base il "principio di precauzione" aumentando i rischi per la salute alimentare.
"Il Ttip - afferma Susan George - è un assalto alla democrazia, alla classe lavoratrice, all'ambiente. L'unica risposta possibile dinanzi a questo attacco è alzarsi dal tavolo, chiudere le porte e lasciare la sedia vuota".
Infatti ci sono mobilitazioni contro il Ttip in tutta Europa e negli Usa: il 24 aprile ben novantamila persone sono scese in piazza ad Hannover. Sono molti i sindaci e i governatori di Regioni che in Europa, come anche in Italia, hanno aderito alla campagna: "Fuori il Ttip dalla mia città".
Per questo invitiamo tutti a partecipare il 7 maggio alle ore 15 alla manifestazione contro il Ttip a Roma, in piazza del Popolo.
Infatti i fautori del Ttip non demordono: i negoziatori europei sono ora al lavoro a New York per chiudere le trattative. Se dovessero fallire è già stato programmato un altro incontro a Bruxelles l'11 luglio. Anche noi non possiamo demordere, ma dobbiamo coinvolgere tutti i cittadini sensibili perché capiscano che è in ballo la stessa democrazia. Se siamo riusciti a sconfiggere il Mai (Accordo Multilaterale sugli Investimenti), il Wto (Organizzazione Mondiale del Commercio) e la direttiva europea Bolkenstein, possiamo anche sconfiggere questo scellerato Trattato, il Ttip.
Insieme si può.