Venerdì 8 luglio, Viterbo ha osservato una giornata di lutto per la concittadina assassinata a Dacca.
E questo fermarsi in meditazione nel dolore e nella solidarietà deve richiamare ogni persona di retto sentire e di volontà buona ad una assunzione di responsabilità: alla coscienza che solo la nonviolenza può sconfiggere la violenza, che solo il bene può sconfiggere il male; e quindi all'azione buona che salva le vite ed a tutte le uccisioni si oppone.
E nel ricordo addolorato della concittadina uccisa Viterbo ricorda anche tutte le altre vittime della strage di Dacca, e tutte le altre vittime di tutte le stragi, di tutte le uccisioni.
A cominciare dal nostro fratello che dopo essere scampato alla violenza assassina dell'organizzazione terroristica Boko Haram in Nigeria è stato ucciso a Fermo, percosso a morte da un picchiatore razzista.
A cominciare dalle donne che quasi ogni giorno anche nel nostro paese vengono assassinate da uomini che le ritengono non persone ma oggetti di loro proprietà su cui infierire con la più vile e brutale ferocia.
A cominciare dalle vittime delle guerre in corso in tante parti del mondo, dalle vittime delle dittature dominanti su tanta parte del mondo, dalle vittime della miseria e della fame, della riduzione in schiavitù e delle catastrofi ambientali, immani violenze imposte in tanta parte del mondo da un ordine economico, politico e militare rapinatore, devastatore e stragista.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Il ricordo delle persone assassinate ci illumini e persuada al dovere comune: e questo dovere è di adoperarci con tutte le nostre forze in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Di adoperarci con tutte le nostre forze contro la guerra e tutte le uccisioni.
Di adoperarci con tutte le nostre forze contro il razzismo e tutte le persecuzioni.
Di adoperarci con tutte le nostre forze contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Di adoperarci con tutte le nostre forze contro le dittature e la schiavitù.
Di adoperarci con tutte le nostre forze contro i poteri criminali e il terrorismo.
Di adoperarci con tutte le nostre forze in difesa della civile convivenza.
Di adoperarci con tutte le nostre forze in difesa del mondo vivente casa comune dell'umanità intera.
Di adoperarci con tutte le nostre forze per la democrazia che si oppone al dispotismo e alla barbarie, per la legalità che salva le vite, per il bene comune dell'umanità e del mondo vivente.
Occorre abolire la produzione, il commercio, la detenzione e l'uso delle armi, poiché le armi, tutte le armi, servono a minacciare e uccidere gli esseri umani.
Ed occorre abolire tutte le organizzazioni armate che in quanto tali hanno come fine di minacciare e di uccidere gli esseri umani.
Ed occorre soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto: vi è una sola umanità e tutti gli esseri umani ne fanno parte in eguaglianza di diritti.
La Costituzione della Repubblica Italiana riconosce e protegge i diritti di tutti gli esseri umani: che questo impegno trovi piena realizzazione.
Il primo dovere di ogni essere umano, ed a maggior ragione di ogni umano istituto, è salvare le vite.
Tutti gli esseri umani appartengono a un'unica famiglia; tutti hanno lo stesso diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà.
Dopo Auschwitz e dopo Hiroshima ogni persona senziente e pensante sa che l'umanità è unita in un unico destino di vita o di morte; ogni persona senziente e pensante sa che è indispensabile la pace, il disarmo, la smilitarizzazione, il ripudio assoluto della violenza; ogni persona senziente e pensante sa che solo la nonviolenza può salvare l'umanità dalla catastrofe.
Ad ogni disumanata ideologia, ad ogni prassi della barbarie, occorre opporre virtù e conoscenza, comprensione e compassione, riconoscimento del valore infinito di ogni essere umano e riconoscenza per il dono della vita di generazione in generazione, la contemplazione della verità - della solidarietà, della condivisione - e l'azione buona che la realizza.
In nome dell'intera umanità passata, la cui esistenza sarebbe annientata del tutto e per sempre - come se non fosse mai stata - qualora non vi fosse più un'umanità a recarne memoria ed a proseguire l'umana vicenda: si cessi di uccidere.
In nome dell'intera umanità presente, la cui esistenza è sull'orlo di un abisso, su un crinale apocalittico, in un pericolo estremo: si cessi di uccidere.
In nome dell'intera umanità futura, che esisterà solo se noi non distruggeremo la civiltà e il mondo: si cessi di uccidere.
In nome di tutti i possibili venturi, si cessi di uccidere.
In nome di tutti i viventi, si cessi di uccidere.
In nome di tutte le vittime, si cessi di uccidere.