Notizie da Muhanga
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Muhanga, villaggio di Pace
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Sosteniamo il progetto di cooperazione sanitaria che l'associazione la Pietra Vivente di Massa sta realizzando nel villaggio di Muhanga (Rep. Dem. del Congo)
Questo anno a Muhanga (regione del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo) cè stato il primo raccolto di manioca dal periodo della guerra, che qua è stata pesantissima nel 2003, nonostante che gli accordi di pace fossero già stati siglati. Nel 2003 tutti gli abitanti del villaggio furono costretti a fuggire perché le varie fazioni continuavano a scontrarsi, a violentare e saccheggiare la popolazione civile.
Oggi cè pace a Muhanga, anche se ci sono ancora i soldati, i Maymay, oggi riconosciuti dal governo congolese, e gli stessi hanno stipulato nellarea un patto con gli Interhamwe. Ma non tutta la regione del Nord Kivu è così tranquilla, la Monuc (Missione ONU Congo) è ancora presente, anche se poco attiva, perché comunque ci sono ancora gruppi di soldati o singoli armati, che saccheggiano e derubano la gente, e perché è ancora irrisoluto il problema di far rientrare i profughi rwandesi nella loro terra.
Padre Giovanni è uno del piccoli attori che lavora per la pace, e forse oggi è la sua più importante missione. Se pure arrestato nel 2002 e accusato di favorire i rwandesi e di dialogare con tutti, se pur ha perso la parrocchia di Lukanga, ha continuato a stare vicino al suo gregge che si era spostato nella foresta per trovare terre da coltivare.
Scudi umani, mediatori di pace, compartecipi alle sofferenze della guerra
Giovanni e Concetta (unostetrica italiana da 30 anni nellarea) hanno deciso di restare vicino alla gente inerme, indifesa, che aveva scelto di non imbracciare un fucile.
A Muhanga, nel villaggio in foresta, questanno cè stato il primo raccolto di manioca e fagioli, si cominciano a rivedere le galline, i porcellini dindia, qualche capretta
Il Comitato di Sviluppo del villaggio ha ripreso tutte le attività: il mulino è funzionante, come pure la falegnameria e lofficina; stanno costruendo nuove scuole elementari e da marzo a luglio hanno costruito un dispensario, struttura però insufficiente per garantire un minimo di tutela sanitaria soprattutto per le donne e i bambini, considerando che lospedale più vicino è a 130 chilometri di strada sterrata.
Il medico responsabile distrettuale ci ha fatto una proposta, accettata dal Comitato di Muhanga, che abbiamo accolto subito e volentieri: finanziare la costruzione di una Maternità, per garantire un parto più sicuro per le donne e una nascita più sicura.
Sono sufficienti 8.000 euro, il costo del materiale, perché il lavoro è gratuito e volontario da parte degli abitanti del villaggio.
Noi abbiamo aggiunto anche limpegno a raccogliere 3.000 euro con cui garantire lapprovvigionamento di farmaci per il dispensario, per un anno; e 4.000 euro per permettere alle 4 donne volontarie che operano del dispensario di frequentare a turno, per tre mesi, un ospedale, come momento di formazione e aggiornamento.
Il totale è 15.000 euro che dobbiamo raccogliere, ma i bambini di Muhanga e i suoi abitanti ci chiedono di più, ci chiedono di andarli a trovare, di continuare il ponte che abbiamo iniziato a costruire che è percorso solo in un senso, perché una legge assurda e gli egoismi del mondo ricco, stanno costruendo muri invalicabili per gli abitanti del sud del mondo: oggi nessun congolese può pensare di venire in Italia, anche solo per un breve periodo di soggiorno.
Sostenere Muhanga è uno dei modi per costruire la pace dal basso, nel periodo delle guerre e per affermare senza ipocrisie che ogni bambino che nasce a qualsiasi latitudine della Terra, ha diritto a crescere e invecchiare in pace.
Ottobre 2005
Associazione La Pietra Vivente
Riflessioni estive dal Congo di Elena, che è stata due mesi a Muhanga
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A Muhanga il
Chiunque volesse sostenere economicamente il progetto può fare il versamento sul conto corrente dell'Accademia Apuana della Pace (leggi le coordinate bancarie), inviandoci una email alla
Arrivare a Kimbulu è come entrare in un altro mondo.
Non è la prima volta che vengo in Africa, ma qui è come se venissi trasportata indietro nel tempo, alle origini dell'uomo.
Ho la fortuna di arrivare in prossimità del "Tuungane" ( che significa "insieme"), la riunione dei rappresentanti dei comitati di sviluppo dei villaggi presenti nel raggio di duecento chilometri. È impressionante per noi "wazungu" (europei) vedere centinaia di africani discutere del proprio futuro; siamo troppo abituati a pensarci come i salvatori del mondo per poter credere che anche in Africa esistano realtà in cui il dialogo, la progettazione e la cooperazione siano ordinariamente considerati valori (prima lezione africana).
Si sente in ogni caso la vicinanza delle elezioni. Sono presenti due candidati alla camera dei deputati a cui è lasciato largo spazio per esporre le proprie idee e programmi. Uno è il Dr Angy, il quale, essendo medico, punta molto su temi riguardanti la sanità e la salute; l'altro è una donna, Juliette ........, che ho l'opportunità di intervistare.
Oltre alla biografia, mi faccio raccontare il suo programma elettorale e la condizione delle donne in politica secondo il suo punto di vista: il programma è basato sullo sviluppo e sulla valorizzazione della figura femminile, mettendo al primo posto il problema dell'analfabetismo. Il discorso verte su tematiche piuttosto vaghe senza delineare progetti precisi per il futuro. A suo parere è l'Europa che deve dare i fondi al Congo RD per rimettersi in piedi. Le obietto che il Congo è un paese pieno di risorse naturali e che semmai la classe politica dovrebbe trovare un modo per sfruttare quelle dando ricchezza al paese senza ricorrere all'assistenzialismo dell'Occidente. Rimane interdetta e la discussione si chiude lì.
Un mese a Muhanga (Elia Pegollo)
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Vi avevo promesso notizie sul mio recente soggiorno a Muhanga.
Sono partito con Giovanni il 25 giugno, rompendo una tradizione che dal 2002 si ripete
regolarmente ogni anno per le feste natalizie. Sono partito prima perché mi sono reso conto che era estremamente necessario esserci come "scudo umano" assieme a Giovanni, Concetta e Graziella...ho sentito il bisogno di dividere con loro questa esperienza forte ed ora sono contento di averlo fatto e sono sicuro che laggiù la nostra presenza di BIANCHI serve davvero.
Giovanni durante la Santa Messa ha raccontato alla gente che eravamo lì perché avevamo saputo che erano in pericolo....dopo i ringraziamenti qualcuno ha chiesto che cosa pensavano di noi in Italia, del fatto che coscientemente avessimo scelto di mettere in pericolo la nostra vita.... qualcuno ha chiesto all'assemblea che cosa pensasse del nostro gesto... bellissime le parole di Michel, di JeanPierre, di Janvier...c'era grande commozione e, in quel clima indescrivibile, abbiamo sentito rinascere la speranza, la fiducia , la voglia di non abbandonare il villaggio seppure in mezzo a mille difficoltà....
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