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Sono passati 25 anni dall’approvazione della Legge 185/90, uno strumento avanzato di supervisione e regolazione dell’export militare che ha perso negli ultimi anni efficacia e capacità di controllo. L’appello di Rete Disarmo al Governo affinché ripristini la trasparenza per una gestione più responsabile delle vendite di armi.

Diffusi dalla Rete Disarmo anche i dati e le tendenze di un quarto di secolo di “affari armati” delle aziende italiane.

Dopo mesi di attesa i dati ufficiali desumibili dal Documento Programmatico Pluriennale del Ministero della Difesa dimostrano una chiara certezza sugli F-35: “Questa riduzione non s’ha da fare!”.

La campagna “Taglia le ali alle armi”, che dal 2007 si batte per la cancellazione del programma dei caccia prodotti dalla statunitense Lockheed Martin, accoglie con delusione e preoccupazione la decisione insensata del Governo.

Più che un Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa del nostro Paese lo si dovrebbe chiamare un Libro Bianco delle Forze Armate. Perché nel testo presentato ieri al Consiglio Supremo di Difesa dalla ministra Roberta Pinotti manca completamente la dimensione civile ed allargata della difesa di cittadini. Ma mancano anche una qualsiasi citazione del Servizio Civile Nazionale (già ora considerato per legge una forma di difesa del Paese) e tutte quelle prospettive di prevenzione e composizione dei conflitti che sole possono costruire una pace positiva sia a livello internazionale che locale.

Celebrata la giornata di azione mondiale contro le spese militari, che nel 2014 sono arrivate a sfiorare la cifra complessiva di 1800 miliardi di dollari. Anche le organizzazioni della Rete italiana per il Disarmo si mobilitano per una campagna informativa.

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