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Carissimi tutti, oramai, lo sappiamo, è notizia nota, ma se proprio volete che vi veniamo in soccorso con un cacciabombardiere F35 dovete aspettare il bel tempo. C’è stato detto, niente meno che dal Pentagono, che i 63 caccia finora realizzati devono tenersi lontani dai temporali, volare a meno di 45 chilometri da questi ultimi. In caso contrario, esiste un’alta probabilità che l’esplosione ci veda primi e soli protagonisti del botto.

È un terremoto sociale. Ma purtroppo sembra  il «liberismo» di molti governi: distruggete, poi ricostruiamo.
di Mario Pancera

La Repubblica italiana non è fondata sul lavoro, ma sulla guerra. Non lo vedo soltanto io, lo dicono anche altri, da tempo. Il lavoro manca, i soldi per la cosiddetta Difesa si trovano. Miliardi in aerei, sommergibili, soldati, bombe. Strumenti di morte. L’attuale premier, il senatore Mario Monti, prospetta una legislatura costituente dopo le elezioni politiche di febbraio. Era ed è così anche per il suo predecessore, onorevole Silvio Berlusconi, oggi suo acerrimo antagonista nella corsa per la guida del prossimo governo.

Credevate davvero che l’urgenza normativa nel nostro Paese riguardasse il lavoro, la sanità, il welfare, la scuola? Che le priorità fossero la modifica della legge elettorale o i provvedimenti di risparmio sulle Province?Evidentemente, il governo uscente (oramai oltre la porta d’uscita a dire la verità…) la pensa diversamente, visto il suo ultimo colpo di coda a suon di armamenti e F35, il ddl Di Paola. Una legge di Stato che regala al ministero della Difesa il frutto di una rapina legalizzata che prevede un aumento delle risorse assegnate in bilancio di circa un miliardo di euro.