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Siamo un gruppo di detenuti del carcere Rodolfo Morandi di Saluzzo, che ha deciso di prendersi l'impegno di inviare ogni anno ai giornali, a ridosso dell'8 settembre, una lettera aperta alla cittadinanza. Così com'è difficile mantenere la propria parola fuori dal carcere, doppiamente difficile lo è per noi, poiché nel corso di un anno molte sono le cose che possono accadere: qualcuno di noi potrebbe essere stato trasferito in un altro carcere o agli arresti domiciliari; qualcuno potrebbe nel frattempo essere morto di cancro; altri, finito di scontare la propria pena, potrebbero già essere tornati in libertà. Ma faremo di tutto per essere fedeli a questo impegno; e sarà sufficiente che almeno due testate giornalistiche pubblichino la nostra lettera per poter dimostrare di aver mantenuto la promessa. Possiamo contare su Cascina Macondo, l'associazione di Promozione Sociale che da anni ci tiene impegnati con interessanti progetti e laboratori, e sarà sufficiente che un'altra sola testata, una rivista, un telegiornale, una fanzine, un blog, una pagina facebook, una sola, dia spazio a queste nostre parole.

Martedì 2 aprile, si è svolta l’udienza per l’ammissione delle costituzioni di parte civile. Gli avvocati degli imputati e delle Società accusate della strage ferroviaria del 29 giugno 2009, hanno usato ogni argomentazione per impedire la costituzione di associazioni, comitati e singoli familiari. Dalla “ … pletora di richieste, al fine di acquisire risarcimenti, per essersi costituite dopo l’immane tragedia (come se l’Associazione dei familiari potesse nascere prima del 29 giugno 2009), alla territorialità, alla strumentale ricerca di visibilità, ai familiari non affini …”.

“Corporazione scientifica”, politica e mass media hanno manifestato reazioni scomposte e risentite alla sentenza di 1° grado che condanna i 7 membri della Commissione Grandi Rischi.