Come vedere il nemico con gli occhi dell'amico: 11 luglio 1942, sabato mattina, le undici
- Etty Hillesum
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In questo mondo sconvolto, le comunicazioni dirette tra due persone passano ormai solo per l’anima. Esteriormente si è scaraventati lontano, e i sentieri che ci collegano rimango sepolti sotto le macerie, cosicché in molti casi non potremo mai più ritrovarli. La prosecuzione ininterrotta di un contatto, di una vita in comune è possibile solo interiormente, e non rimane forse la speranza di ritrovarci ancora su questa terra?
Ravensbrük - Il campo di concentramento nazista femminile: presentazione del libro di Maria Massariello Arata " Il Ponte dei Corvi - Diario di una deportata di Ravensbrük"
- Massimo Michelucci
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Il 26 gennaio 2018, a Palazzo Ducale in Massa, nell’ambito degli eventi programmati per il Giorno della Memoria, l’ANPI di Massa e l’Istituto della Resistenza Apuana (ISRA), in collaborazione con Comune e la Provincia, hanno organizzato la presentazione del volume di Maria Massariello Arata, Il Ponte dei Corvi - Diario di una deportata di Ravensbrük, Mursia, Milano, cui è dovuta anche la prima edizione nel 1979. Era presente Lucia Massariello Perelli figlia dell’autrice, ormai scomparsa da anni.
Don Luigi Re e la Casa Alpina di Motta
- Franco Isman
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LA DIVINA PROVVIDENZA
Primavera 1944.
Undici anni, di origine ebraica, ero nascosto alla Casa Alpina di Motta, una specie di collegio, ma non proprio, fondata e gestita da un prete molto in gamba, don Luigi Re, che mi aveva accolto sapendo chi ero, sotto le mentite spoglie del povero Franco Bernardi (detto Franchino, ma anche “crapa pelada” avendola da poco scampata dal tifo). Figuravo nato a Brindisi e i miei genitori erano rimasti tagliati fuori dall'avanzata degli alleati.
Una situazione molto simile a quella presentata da Louis Malle in “Arrivederci ragazzi”. Più semplice perché i miei un paio d'anni prima avevano ritenuto opportuno farmi battezzare e quindi il problema religione non esisteva.
Giorno della memoria: Porrajmos ma Samudaripen
- Moni Ovadia, Marco Rovelli
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Il Giorno della Memoria è stato istituito nel giorno in cui 69 anni fa i soldati dell'Armata Rossa abbatterono i cancelli del lager di Auschwitz e vi entrarono rivelandone l'orrore. E sacrosanto è stato aver stabilito un giorno in cui ricordare quell'abisso incancellabile. Ma, come per ogni ritualizzazione, quella ferita sanguinante si scontra con il rischio della museificazione da una parte e della falsa coscienza dall'altra.
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