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Tratto da “La domenica della nonviolenza”, n. 91 del 17 settembre 2006

Presento qui una serie di scritti brevi che raccolgono alcune mie riflessioni sulla pratica del metodo del consenso. Li ho usati in forme diverse nei mie ultimi lavori formativi sui processi decisionali consensuali. Il fine è la comprensione del metodo stesso, cosa che credo potrebbe favorirne la diffusione.
C'è una domanda al fondo della mia ricerca: giacché è impossibile non comunicare, non decidere, non gestire i conflitti, come posso farlo in modo nonviolento? E c'è una domanda fondamentale che rivolgo ad ogni gruppo: conosce il metodo che usa per decidere?


Se voi avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati dall’altro.

Don Lorenzo Milani in Lettera ai Cappellani Militari toscani, 1965


La nonviolenza non può non essere all’opposizione della società esistente che pratica
scopertamente la violenza oppure si basa sulla violenza (oppressione e sfruttamento)
cristallizzata nel tempo, e solo apparentemente estranea alla violenza

Aldo Capitini


Credete di vivere in un paese, in una città, pacifica e tranquilla? Pensate che le minacce al vostro benessere siano immigrazione e criminalità?
Imparate allora ad uscire dal guscio dell’ottusità e dell’egoismo per cercare di capire cosa vuol dire umanità!

Come si può parlare di pace e non impegnarsi per la giustizia, per la difesa dei diritti? Come si può amare la vita senza lottare quotidianamente contro ingiustizie e soprusi?
Come possiamo pensare di costruire un futuro senza l’impegno costante per la giustizia sociale, ambientale ed economica?
Non basta dire no alla guerra per costruire la pace, occorre mettersi in gioco, giorno dopo giorno, per costruire l’unico futuro possibile, per noi e per le future generazioni.

[Dal quotidiano "Il manifesto" del 17 ottobre 2006]


Il paradosso della tolleranza torna in campo ormai ogni settimana nell'Europa alle prese con l'incontro-scontro con altre culture, altre religioni e altre storie. Ne avevo parlato la settimana scorsa, a proposito dei propositi di impedire o limitare l'uso del burka e del velo in Olanda e in Gran Bretagna, nonché a proposito del caso Redeker in Francia.