Gandhi, o della Politica (Corradino Secondino Scalcagnati)
- Accademia Apuana della Pace
- Categoria: Figure significative della nonviolenza
- Visite: 1002
La proposta gandhiana della nonviolenza di tipo satyagraha costituisce una rottura, una novità storica e culturale, perché è una proposta politica.
Nel corso della storia dell'umanità molte altre e molti altri avevano proposto con maggior o minore chiarezza la nonviolenza come scelta esistenziale, morale, sociale, giuridica: Gandhi ne ha fatto un progetto politico rivoluzionario adeguato alle condizioni del mondo contemporaneo.
Nel corso della storia dell'umanità molte altre e molti altri avevano proposto con maggior o minore chiarezza la nonviolenza come scelta esistenziale, morale, sociale, giuridica: Gandhi ne ha fatto un progetto politico rivoluzionario adeguato alle condizioni del mondo contemporaneo.
Hannah Arendt, I senza patria e noi (Alessandro Dal Lago)
- Accademia Apuana della Pace
- Categoria: Figure significative della nonviolenza
- Visite: 2894
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 14 ottobre 2006]
Nel 1969, mentre preparavo la tesi di laurea sul pensiero politico di Gramsci, il relatore mi suggerì di "dare un'occhiata" ai libri di Hannah Arendt, usciti negli anni precedenti. Capii ben poco di Vita activa, fui moderatamente interessato da Eichmann a Gerusalemme e liquidai come propaganda Le origini del totalitarismo. Lessi le tre opere come manifestazioni, qua e là interessanti, di un pensiero sostanzialmente conservatore.
Questo era il clima prevalente nella sinistra dell'epoca. Come è noto, in meno di vent'anni il giudizio cambiò. Il tentativo di omologare Hannah Arendt a una riscoperta del platonismo conservatore (Leo Strass, Eric Voegelin) durò lo spazio di qualche convegno accademico. Venne invece alla luce una stratificazione filosofica complessa - un pensiero che partiva da Heidegger per superare l'impoliticità di Sein und Zeit - e soprattutto si scoprì una lucida teoria dell'agire politico che suscitò un certo entusiasmo perfino nel marxismo più innovativo. Prima che sensibilità diverse (letterarie, femministe) accrescessero la varietà delle letture, Vita activa fu per molto tempo il testo centrale per l'interpretazione di quella che era ormai considerata figura centrale del pensiero politico novecentesco.
Nel 1969, mentre preparavo la tesi di laurea sul pensiero politico di Gramsci, il relatore mi suggerì di "dare un'occhiata" ai libri di Hannah Arendt, usciti negli anni precedenti. Capii ben poco di Vita activa, fui moderatamente interessato da Eichmann a Gerusalemme e liquidai come propaganda Le origini del totalitarismo. Lessi le tre opere come manifestazioni, qua e là interessanti, di un pensiero sostanzialmente conservatore.
Questo era il clima prevalente nella sinistra dell'epoca. Come è noto, in meno di vent'anni il giudizio cambiò. Il tentativo di omologare Hannah Arendt a una riscoperta del platonismo conservatore (Leo Strass, Eric Voegelin) durò lo spazio di qualche convegno accademico. Venne invece alla luce una stratificazione filosofica complessa - un pensiero che partiva da Heidegger per superare l'impoliticità di Sein und Zeit - e soprattutto si scoprì una lucida teoria dell'agire politico che suscitò un certo entusiasmo perfino nel marxismo più innovativo. Prima che sensibilità diverse (letterarie, femministe) accrescessero la varietà delle letture, Vita activa fu per molto tempo il testo centrale per l'interpretazione di quella che era ormai considerata figura centrale del pensiero politico novecentesco.
La buona novella di Ivan Illich: il dopo-sviluppo (Serge Latouche)
- Accademia Apuana della Pace
- Categoria: Figure significative della nonviolenza
- Visite: 998
Tratto da www.carmillaonline.com - Articolo pubblicato 29 Gennaio 2005
Ivan Illich. Nemesi medica un quarto di secolo dopo (Francesco Scotti)
- Accademia Apuana della Pace
- Categoria: Figure significative della nonviolenza
- Visite: 1648
Tratto da "La domenica della nonviolenza", Numero 68 del 9 aprile 2006.
Da "A. rivista anarchica", anno 33, n. 294, novembre 2003 (disponibile anche nel sito www.arivista.org). Dalla medesima fonte riprendiamo anche la seguente scheda sull'autore di questo intervento: "Francesco Scotti, medico e psichiatra, dal 1967 ha lavorato nell'ospedale psichiatrico di Perugia; è uno dei protagonisti del rinnovamento e della trasformazione dell'assistenza psichiatrica in Umbria. Le sue ricerche sono collocate al di fuori di ogni ambito accademico, un pò per sua scelta, un pò perché nessuna accademia l'ha voluto. Si è occupato di organizzazione e valutazione dei servizi, di osservazione diretta, di psicoterapia dei pazienti psicotici"
Da "A. rivista anarchica", anno 33, n. 294, novembre 2003 (disponibile anche nel sito www.arivista.org). Dalla medesima fonte riprendiamo anche la seguente scheda sull'autore di questo intervento: "Francesco Scotti, medico e psichiatra, dal 1967 ha lavorato nell'ospedale psichiatrico di Perugia; è uno dei protagonisti del rinnovamento e della trasformazione dell'assistenza psichiatrica in Umbria. Le sue ricerche sono collocate al di fuori di ogni ambito accademico, un pò per sua scelta, un pò perché nessuna accademia l'ha voluto. Si è occupato di organizzazione e valutazione dei servizi, di osservazione diretta, di psicoterapia dei pazienti psicotici"
Pagina 4 di 21