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Il militarismo e la propensione alla guerra sono un aspetto del maschilismo più truce. Gli uomini, muovendosi guerra, violentano la Madre Terra, l'umanità e l'ambiente.

La valorizzazione di genere, la considerazione della donna e del femminile, il dialogo tra generi e generazioni, come punto di riferimento per la trasmissione della memoria storica e dei valori della pace, a partire dall'istituzione scolastica, sono strumenti ed istanze imprescindibili dei veri processi di pace, contro l'obbedienza agli ordini, all'uniformità, al culto della forza, tipici delle organizzazioni militari.

Credo che sia difficile trovare un "ottomarzo" così intrigato e difficile, con una chiara, ma non divulgata, valorizzazione della nonviolenza e l'ombra, sempre rinnovata e perfino imprevedibile, delle violenze. Gli uomini sanno che le donne, al primo impatto con le difficoltà, si disperano, poi reagiscono costruttivamente.

Si direbbe che di questi tempi nella sfera pubblica italiana ci sia un solo uomo di sesso maschile, cioè individuabile e individuato per le caratteristiche di genere, Silvio Berlusconi. Gli altri no. Il no non vale per tutti gli altri, naturalmente, basta pensare a quel che scrivono in questi giorni, e da anni, e molto spesso su questo giornale, alcuni uomini capaci di riflettere su se stessi e di lavorare per un'opinione civilizzata

Io sono sinceramente grata a Silvio Berlusconi. Senza le sue gaffe cialtrone con donne di ogni circostanza, senza l’imposizione televisiva di una estetica femminile da cabina di camion e soprattutto senza l’esiziale senso dell’umorismo di cui Rosy Bindi ha potuto apprezzare in diretta le sottili sfumature, la mia generazione avrebbe continuato a trattare il femminismo alla stregua di un cappotto vintage, convinta che avesse già esaurito la sua ragion d’essere.