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Riportiamo le riflessioni di Don Luca sull'articolo di Davide Tondani "Preghiera dell'alpino"


Credo che la domanda fondamentale sia: è possibile che un cristiano faccia il militare, o il poliziotto... porti un'arma alla cintura con la quale potrebbe un giorno dover uccidere un altro uomo? Potremmo anche allargare la domanda... è possibile che un cristiano faccia il capo dello Stato che è anche comandante delle forze armate e che un giorno potrebbe dover autorizzare l'uso delle armi per la difesa del territorio nazionale?

Mi piace molto ripensare al film "Mission" con le scelte diverse di due gesuiti diversi...uno con l'ostensorio e una parte dei cristiani che viene massacrata mentre con fede prega... l'altro che si unisce a chi tenta di resistere con le armi.
Fermo restando che il prete con le armi in mano non ce lo vedo mai (anche se credo in caso estremo per difendere un innocente potrei anche scegliere, se fossi nelle condizioni e fosse l'unica cosa possibile, di sparare all'aggressore... ma come dirlo prima?) penso che non si possa giudicare chi sceglie di astenersi dalle armi né chi spara per difendere i figli, le famiglie, la propria terra da un'aggressione iniqua e omicida.

60 anni dopo. Intervista a Daniele Menozzi, docente di storia alla Normale di Pisa: «Proprio allora iniziò a sgretolarsi la tradizionale teoria della "guerra giusta": fu riconosciuta la liceità dell’obiezione di coscienza»

Nell’anniversario del Concilio Vaticano II abbiamo intervistato Daniele Menozzi, professore emerito di Storia contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa.