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Nell'Agosto del '59 don Lorenzo Milani e' gia' da qualche anno confinato nella chiesetta di Barbiana. Da la' scrive all'amico Nicola Pistelli, direttore di Politica, la rivista della sinistra cattolica e padre di Lapo, la lettera che segue, in seguito ad alcune dichiarazioni del Cardinale di Palermo Ernesto Ruffini. Questi avrebbe dichiarato in un'intervista a La Stampa: "Voi giornalisti, parlate pochissimo della Spagna. Direi che vogliate ignorarla di proposito. Eppure averla amica potrebbe esserci di validissimo aiuto contro il comunismo". Pistelli non ha pero' il coraggio di pubblicarla, uscira' solo 15 anni dopo sull'Espresso. Nella splendida lettera traspare nitidamente la capacità di Don Lorenzo di fare le opportune distinzioni tra ambiti diversi, senza assolutizzare l'autorità ecclesiale ma senza per questo disconoscerla. Riconoscendo anzi l'assoluta necessità di educarla e di farle capire quando sta sbagliando. Nonostante i 50 anni (!!) trascorsi, resta ancora una capacità quanto mai rara, specialmente di questi tempi di atei devoti.

Articolo inviato dalle ACLI di Cerenusco


Devo dire che mi è molto piaciuto il titolo “conosciamo la nostra chiesa”: sottolineo la “nostra” perché la chiesa è la casa, è il luogo di riferimento per pregare, per cantare, per ricevere i sacramenti ed anche per ritrovarsi. E’ una casa costruita sulla roccia che produce e offre amore: basta partecipare ad una liturgia domenicale così bella e partecipata, ad un matrimonio, ad un funerale. E’ la casa, il tetto, la sicurezza, il calore. Oggi si sente spesso parlare di chiesa-parrocchia in senso negativo, vi si evidenziano tutti i difetti; invece, se rovesciamo la medaglia, possiamo trovare nella chiesa una serie di occasioni che arricchiscono le singole persone, le famiglie e i vari gruppi che popolano la nostra società.

L’Associazione di promozione sociale La soffitta dei colori,
in collaborazione con La bottega della Rocca onlus
invitano

GIOVEDI’ 15 FEBBRAIO ORE 21,00


Incontro con Lidia Maggi,
pastora della Chiesa Battista di Milano

Le donne, il conflitto e la Bibbia. Cuori discordanti


Vi aspettiamo presso la Casa Diocesana “La Rocca”, via della Rocca 10, Pietrasanta.
Lidia Maggi ci racconterà la sua esperienza di fede nel conflitto.
Per confermare la presenza e per ulteriori informazioni,telefonare al 3339192856.

Il Prof. Rocco Altieri ci ha inviato il discorso tenuto da Benedetto XVI in occasione dell'Angelus del 18 febbraio 2007


Cari fratelli e sorelle!
Il Vangelo di questa domenica contiene una delle parole più tipiche e forti della predicazione di Gesù: "Amate i vostri nemici" (Lc 6,27). È tratta dal Vangelo di Luca, ma si trova anche in quello di Matteo (5,44), nel contesto del discorso programmatico che si apre con le famose "Beatitudini".
Gesù lo pronunciò in Galilea, all'inizio della sua vita pubblica: quasi un "manifesto" presentato a tutti, sul quale Egli chiede l'adesione dei suoi discepoli, proponendo loro in termini radicali il suo modello di vita. Ma qual è il senso di questa sua parola? Perché Gesù chiede di amare i propri nemici, cioè un amore che eccede le capacità umane? In realtà, la proposta di Cristo è realistica, perché tiene conto che nel mondo c'è troppa violenza, troppa ingiustizia, e dunque non si può superare questa situazione se non contrapponendo un di più di amore, un di più di bontà. Questo "di più" viene da Dio: è la sua misericordia, che si è fatta carne in Gesù e che sola può "sbilanciare" il mondo dal male verso il bene, a partire da quel piccolo e decisivo "mondo" che è il cuore dell'uomo.
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