Mi capita a volte (sempre meno spesso) di entrare nei megastore dell’editoria e di uscirne a mani vuote, non solo senza aver acquistato nulla, ma senza neanche aver desiderato nulla. La proliferazione di testi mainstream sugli scaffali non mi smuove da tempo né curiosità, nè cupidigia. E’ nelle piccole librerie, sopravvissute all’invasione dei supermercati della ‘cultura’, che l’attenzione si ridesta,