• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Vertenza tra due aziende di Carrara e il Sud Africa (Carrara in Movimento)

Associazione Politico-Culturale
“Carrara in Movimento”
54033 Carrara (MS)
www.carrarainmovimento.it


Al Ministro degli Esteri, On. Massimo D’Alema
e p. c.:
Al Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini
Alle Ditte Finstone S.a.r.l e alla Red Graniti di Massa Carrara
Al Consolato della Repubblica Sudafricana
All’ambasciata della Repubblica Sudafricana
Loro Sedi
Agli organi di stampa


Egr. sig. Ministro,

siamo un gruppo di cittadini/e di Carrara riuniti nell'associazione “Carrara in movimento”, Carrara è la capitale mondiale del marmo e la storia della nostra città è legata alla lavorazione del marmo, alla vicenda degli assetti proprietari delle cave e ai conflitti che ne derivano.
Abbiamo letto gli articoli nella stampa locale de Il Tirreno e La Nazione ( notizia Ansa- Reuters del 9 marzo c.a. [riportata in calce a questa lettera n.d.r.]) riguardo al contenzioso tra le ditte Finstone S.a.r.l. e Red Graniti di Massa Carrara con il governo sudafricano e abbiamo letto sempre sui suddetti giornali del 6 giugno c.a., che Lei è stato coinvolto dalle stesse Ditte per svolgere un’opera di mediazione presso il governo del Sudafrica. La notizia non ci ha lasciato indifferenti per quello che il Sudafrica di Nelson Mandela, il Sudafrica del dopo- Apartheid, delle lotte pacifiste e della Riconciliazione, ha rappresentato e rappresenta per noi.

Allora abbiamo cercato di approfondire la questione.
Il Governo del Sudafrica, democraticamente eletto, si è dato nel 1996 una Costituzione che, assieme a quella italiana nata dalla Resistenza, è una delle migliori al mondo per l’attenzione che pone alla tutela dei diritti dei cittadini senza alcuna discriminazione di razza, sesso, età, abilità o disabilità.
Il governo sudafricano punta a creare condizioni sociali ed economiche che riequilibrino lo svantaggio enorme dovuto all’apartheid. La pesante eredità dell’apartheid è tale che, nonostante il suo superamento, persiste ancora e per anni a venire, uno squilibrio economico, sociale e culturale a svantaggio della maggioranza della popolazione. Lo sforzo del governo sudafricano è ed è stato quello di mettere tutti in grado di avere le stesse opportunità, ma dato che la maggioranza della popolazione si trova in condizioni di svantaggio, il governo ha ritenuto opportuno emettere dispositivi che permettano di riequilibrare il divario tra ricchi e poveri che spesso coincide con la differenza razziale ( tipo quote o clausole particolari per i neri, le donne... ad es. nei concorsi pubblici). Si tratta di misure molto simili a quelle adottate dagli Stati Uniti d’America negli anni sessanta, per far fronte alla gravissima eredità dello sfruttamento schiavistico a danno degli afro-americani di quel paese. L’apartheid non fu diverso da quel sistema americano se non per il fatto che non si vendevano gli “schiavi”. Per altri versi fu un sistema più atroce e disumano.

Le aziende in questione, Finstone S.a.r.l. e Red graniti di Massa-Carrara hanno iniziato a lavorare in Sud Africa nel 1994, alla fine del regime dell’apartheid quando era in vigore la legge mineraria del 1991 ( Mineral Act n. 50) che prevedeva già la possibilità da parte dello stato di pretendere royalties, in un regime dove sia i privati che lo stato potevano possedere titoli minerari in condizioni di piena parità. Con la riforma del 2002 il governo sudafricano democratico ha cambiato la legislazione delle cave e delle miniere passando da un sistema fondiario ad uno demaniale.
Così come per l'acqua e l'ambiente, il governo del Sud Africa ha sottratto la titolarità dei diritti su tutte le risorse minerarie della Repubblica ai privati, le ha dichiarate “patrimonio del popolo del Sud Africa” e ne ha affidato la custodia allo Stato per il “benessere di tutti i sudafricani” .
Nel 2004 poi è stato varato l’Atto denominato “Broad Based Black Economic Empowerment Act” che presenta una strategia pragmatica di sviluppo che mira a far crescere il potenziale economico del paese coinvolgendo tutti i cittadini. Tra le disposizioni di questa legge, una prevede che le imprese si adoperino per assicurare l’ingresso nella proprietà delle stesse, di investitori “neri” per una quota non inferiore al 26%, entro il 2014. L’inadempimento alla legge in questione comporta il non rilascio di nuove licenze per lo sfruttamento delle miniere o il non rinnovo di quelle scadute. Va ricordato qui che la norma in questione “ mira a coinvolgere i neri in un settore che li ha visti esclusi durante l’apartheid” come recita l’agenzia Ansa del 9 marzo 2007.
Per osservare queste disposizioni le Ditte Finstone S.a.r.l. e Red Graniti di Massa-Carrara chiedono un risarcimento di 260 milioni di euro al governo sudafricano in quanto secondo loro, tali disposizioni equivarrebbero a delle espropriazioni e parlano di “apartheid alla rovescia”.
Sia da fonti sudafricane sia da un documento del Suo Ministero ( rapporti Paese congiunti Ambasciate/ Uffici Ice Estero) del primo semestre 2006, pare che il contenzioso sia stato avviato presso la Banca Mondiale e con l’argomentazione su richiamata, solo da alcune società italiane impegnate proprio nel settore dell’estrazione del granito, in Sudafrica.
Ricordiamo che il “Black Economic Empowerment Act” del 2004 fa preciso riferimento non solo ai neri ma anche agli indiani, ai mulatti, insomma all’oltre 86% della popolazione che è stata pesantemente discriminata durante l’apartheid e che è ancora oggi per lo più esclusa dalla gestione economica del paese.
C’è un altro aspetto interessante preso in considerazione dalla legge: il pericolo che con il Black Economic Empowerment si sostituisca semplicemente la vecchia elite con una nuova elite nera lasciando le disuguaglianze sociali intatte. Per questo la strategia è Broad-based, cioè più aperta e ampia possibile, con l’intento di coinvolgere il maggior numero di persone nella gestione del potere economico e di dare al maggior numero di persone migliori opportunità.
Non comprendiamo pertanto Sig. Ministro come fanno le Aziende in questione a ritenersi vittime di una “discriminazione alla rovescia” di fronte a queste condizioni e all’entità dello svantaggio economico e sociale che vive la stragrande maggioranza della popolazione sudafricana. Si potrebbe discutere se con questo Atto il governo sudafricano sarà in grado di raggiungere il suo scopo, così come si potrebbe pensare che misure di altra natura, es. nazionalizzazioni, potrebbero essere più efficaci, ma non si può certo negare la realtà storica e attuale sulla quale poggia il provvedimento in questione. Comunque, il Governo sudafricano democraticamente eletto ha deciso e legiferato in tal senso e noi riteniamo un imperativo etico oltre che civico, rispettare il processo di democratizzazione in atto nel Paese, riconoscendo così la storia di un popolo e le sue sofferenze.

Ci appelliamo pertanto sig. Ministro, al Suo senso civico del rispetto delle regole di un paese democratico come il Sudafrica, così come al convinto sostegno che la Sua parte politica offrì al popolo sudafricano nella lotta contro la disumana segregazione , per chiederLe un’opera di mediazione nella faccenda affinché le Ditte in questione ritirino l’azione intrapresa presso la Banca mondiale contro il governo del Sudafrica. Le chiediamo di non offrire alcuna assistenza alle Ditte in questione, in questa causa che non mira certo a ristabilire un torto “contro gli italiani” quanto invece a soddisfare l’avidità di certi imprenditori che cercano di lucrare a danno di un paese amico che merita il sostegno dell’Italia tutta e di ogni persona democratica.

Carrara 29 giugno 2007



Per l' Associazione “ Carrara in Movimento”
La Presidente pro-tempore
(Elena Beisso)




Riportiamo anche la notizia ANSA:

ANSA-REUTERS) - JOHANNESBURG, 9 MAR - Due societa' italiane che estraggono granito in Sud Africa hanno citato il governo di Pretoria chiedendo un indennizzo di 266 milioni di euro, sostenendo che le leggi che li obbligano a cedere delle quote agli investitori di colore violano i trattati internazionali. Lo ha reso noto oggi il rappresentante legale delle societa', Peter Leon.
Si tratta della prima azione legale basata sul principio che la carta dell'industria mineraria sudafricana - che mira a coinvolgere i neri in un settore che li ha visti esclusi durante l'apartheid - equivale ad una espropriazione.
''Sosteniamo che questi investitori italiani sono discriminati ingiustamente, rispetto a quelli sudafricani, dal Bee (Black economic empowerment)'' ha detto l'avvocato Leon.
Dopo aver chiesto un rimborso al governo del paese senza successo, alle due aziende di proprieta' italiana, la Finstone S.a.r.l. e la Red Graniti Spa di Massa Carrara, e' stato garantito un arbitrato internazionale vincolante da un braccio della Banca Mondiale.
Leon ha spiegato che la causa non vuole contestare il principio di rimediare alle ingiustizie dell'apartheid, ma che gli investitori italiani hanno iniziato le operazioni nel 1994, quando la segregazione razziale era gia' finita. ''Perchè‚ gli investitori stranieri, che non hanno mai investito qui prima del 1994, che non hanno mai tratto beneficio dal sistema dell'apartheid, devono essere soggetti a questa forma di compensazione? Non penso che sia giusto''.
Non e' stato possibile contattare il ministero dell'industria mineraria.
La carta delle miniere del Sud Africa, implementata nel 2004, trasferisce tutti i diritti minerari al governo e chiede agli investitori di soddisfare una serie di requisiti prima di ottenere delle nuove licenze.
Le condizioni includono la cessione del 26 per cento delle miniere locali agli investitori di colore entro il 2014, l'aumento del numero dei manager neri e il miglioramento degli standard di vita nelle comunita' di minatori. La legge vuole rimediare alle ingiustizie del settore, costruito nel passato sulle spalle di lavoratori migranti neri, sottopagati, costretti a vivere in alloggi divisi per sesso e tagliati fuori dagli impieghi piu' qualificati.
L'avvocato Leon ha spiegato che il procedimento legale si basa sui trattati d'investimento internazionali che garantiscono un trattamento equo a tutti gli investitori e consentono risarcimenti in caso di espropriazioni da parte di un governo.
L'udienza da parte del Centro internazionale della Banca Mondiale per la soluzione delle dispute sugli investimenti a Washington si dovrebbe tenere nel corso di quest'anno.
(ANSA-REUTERS) I05 09-MAR-07 15:46 NNNN