Condividiamo questa riflessione dell'amico Gino Paolini sulla necessità di cambiare il passo dell'azione politica dinanzi a quanto succede a Gaza. E' un dibattito aperto questo, perché ci interroga su come essere operatori di pace capaci di denunciare e proporre parlando ad un pubblico più vasto di quello che spesso intercettiamo nelle nostre iniziative: una riflessione sulle diverse declinazioni dell'azione nonviolenta, che vale non solo per quanto sta drammaticamente succedendo a Gaza.
"COME?, COME?"
Per (tentare di) fermare la follia criminale di Israele bisogna far fare un "salto di qualità" alla nostra azione politica, "passare il Rubicone"; sposare cioè il metodo della nonviolenza attiva, quello per intendersi che sta adottando "Ultima Generazione" di Extintion Rebellion: dobbiamo scendere nelle strade con striscioni eloquenti, bloccare il traffico, scuotere il torpore delle persone, invitarle ad una "insurrezione delle coscienze", facendole riflettere sulla certezza di un futuro sempre più insanguinato, dove davvero nessuno potrà sentirsi al sicuro, perché il "virus" dell'odio girerà in ogni dove e sarà invincibile.
Se faremo questo, di certo saremo fermati, identificati, denunciati, e forse anche maltrattati, ma "dobbiamo" farlo: ogni azione di livello inferiore a questo, il ripetersi di "presìdi educati e disciplinati", suonerà come una cinica presa in giro di coloro che continuano a morire - soprattutto bambini - col terrore negli occhi.
E poi ancora: dobbiamo mettere tende nelle piazze, mettere più tende possibili in piazze anche piccole, nei sagrati delle chiese, davanti ai cancelli delle scuole soprattutto d'infanzia e primarie, dove tutti i giorni le mamme vanno a portare ed a riprendere i loro bambini perché non succeda loro nulla...
Dobbiamo mettere tende e quindi assicurare turni di presenza, dobbiamo dotarci di megafoni, dobbiamo produrre cartelli mirati, dando fondo alla nostra fantasia; dobbiamo farlo perché una tragedia così immane non si era mai vista, e quindi servono mobilitazione e risposte "straordinarie", altrimenti la storia non ci assolverà.
Carrara, 8 gennaio 2024