In quest'ultima settimana abbiamo visto grandi manifestazioni negli Stati Uniti, ma anche in diverse città del mondo, contro l'ennesimo brutale assassinio di un afroamericano, George Floyd, da parte della polizia.
I neri, i democratici, i liberali, i socialisti e persone senza appartenenza, si sono mobilitati contro il razzismo che sta ritornando a galla in ogni parte del globo. Anche in Europa, anche in Italia.
Noi siamo profondamente anti-razzisti e solidali con tutte le manifestazioni che pacificamente dicono: "La vita dei neri conta".
Noi aggiungiamo: "Anche la vita dei Palestinesi conta, la vita di tutti noi conta".
Qualche giorno fa Eyad Al Hallaq, un giovane palestinese autistico di Gerusalemme Est, è stato brutalmente assassinato dalla polizia israeliana con sette colpi di pistola, alcuni sparati quando già era a terra. Non ci sono state pagine di giornali e media che hanno parlato del suo assassinio, come non ci sono state pagine di giornali o media che hanno parlato delle centinaia di giovani palestinesi uccisi solo in questo ultimo anno e mezzo. Non si è neppure parlato delle demolizioni di case, degli arresti, dei soprusi, delle evacuazioni che l'esercito israeliano compie in misura sempre maggiore per arrivare all'annessione dei Tenitori palestinesi sui quali sono insediate illegalmente le colonie israeliane della Valle del Giordano, una volta considerata il "cestino del pane" per l'economia palestinese, e delle colline a Sud di Hebron.
II primo luglio il governo Netanyahu–Gantz presenterà al parlamento israeliano la legge per l'annessione delle terre palestinesi, da approvare per perseguire il disegno della grande Israele.
Netanyahu, per favorire le elezioni a Novembre di Donald Trump, ha sostenuto che, indipendentemente dah" "Affare del Secolo", le annessioni si faranno, sollevando quindi Trump dalle sue responsabilità per aver sostenuto il piano israeliano.
Annessioni che, come gli insediamenti coloniali, sono totalmente illegali ai sensi del Diritto Internazionale.
Come è illegale il perdurare dal 1967 dell'occupazione dei Tenitori palestinesi a seguito della "Guerra dei sei giorni", di cui oggi ricorre il 53° anniversario. Non soltanto illegali, ma crimini di guerra, sono le evacuazioni e il trasferimento della popolazione palestinese dai propri Tenitori.
Israele, malgrado le denunce e l'opposizione delle Nazioni Unite, dell' Unione Europea, della Lega Araba, continua imperterrita ed impunita a violare la legalità internazionale e a compiere crimini quotidianamente.
E' grazie al sostegno degli Stati Uniti che Israele può tenere in così grande dispregio il DIRITTO, ma anche perché la Comunità Internazionale si limita a periodiche denunce senza farne scaturire alcun atto conseguente. Si possono comminare sanzioni alla Russia, all' Iran, a Cuba, alla Siria, ma non ad Israele. Nessuno tocchi Israele, l'intoccabile, unico Stato al di sopra e al di fuori di ogni legge.
Eppure proprio all'interno di Israele e della Comunità ebraica nord americana si alzano voci di protesta contro i propositi di annessione, di deplorazione delle violenze e di condanna dell'occupazione militare.
Noi invitiamo tutti i democratici e i cittadini che hanno a cuore la giustizia e il bene dell'umanità, ad essere insieme a noi sabato 27 giugno, dalle ore 16, a Roma, in Piazza del Campidoglio e di organizzare nelle diverse città italiane presidi, flashmob, iniziative che chiedano:
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di impedire l'annessione ad Israele dei Tenitori palestinesi
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l'invio di una forza ONU di interposizione che si faccia carico anche della difesa dei cittadini e delle cittadine palestinesi dagli attacchi dei soldati e dei coloni israeliani
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il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del governo italiano e dell'Unione Europea
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la convocazione di una Conferenza internazionale per la pace in Medio Oriente, sotto l'egida delle Nazioni Unite, con la partecipazione di tutte le parti interessate, sulla base delle risoluzioni Onu enel rispetto della legalità internazionale, a partire dalla Convenzione di Ginevra.
Lasciare (come sostengono alcuni governi europei) che le due parti in causa riprendano trattative dirette significa semplicemente lasciare i Palestinesi soli di fronte al Paese occupante e colonizzatore, perpetuando l'errore, protrattosi per 27 anni, di una trattativa in balìa di una disparità di forze che ha portato alla totale disapplicazione dell'accordo di Oslo del 1993.
Che Giustizia, Pace e Legalità prevalgano ed assicurino Libertà e Autodeterminazione ai Palestinesi è interesse di tutti, in particolare dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, perché, come disse Mandela: "Non saremo mai liberi fino a che i Palestinesi non saranno liberi".
Tutti insieme per un mondo diverso, più giusto e più civile, per continuare a credere che le vite, tutte le vite, devono essere salvate.
Roma, 5/6/2020
Comunità Palestinese di Roma e del Lazio
Dott. Yousef Salman
Presidente Comunità Palestinese di Roma e del Lazio
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