Quanto più sangue scorre, quanto più odio si crea, quanto più le parti gridano vendetta, tanto più è difficile e doloroso dire basta a coloro che trascinano ancora una volta la regione in questa situazione. La leadership israeliana ripete la litania del passato: dobbiamo dargli una lezione che deve essere dolorosa, così la faranno finita con i loro leader criminali e terroristi, una lezione che li porti sulla giusta strada e a eleggere leader più adatti e democratici. Così interromperanno il terrore, capiranno che non gli conviene, che devono procedere per la retta via. La stupidità criminale di questa dottrina ha già portato a ripetute sconfitte. Ma i presunti "insegnanti" non hanno imparato nulla e continuano a disseminare dolore e morte.
Quando l'aviazione israeliana ha lanciato l'attacco, il 40% degli israeliani era favorevole a un'azione a Gaza ma il 45% era contrario. Una volta iniziato l'attacco, più dell'80% è stato a favore, ma la stessa percentuale dubita che possa produrre risultati concreti. Il che vuol dire: se l'esercito israeliano entra a Gaza, ciò produrrà ingenti perdite israeliane. Quando attacca l'aviazione è una festa senza costi ma, come l'opinione pubblica sa meglio dei leader, anche senza grandi risultati.
Tre elementi essenziali hanno svolto il ruolo di catalizzatori nell'attuale aggressione israeliana: il primo è legato alle imminenti elezioni israeliane. Chi può dimostrarsi debole nel momento in cui centinaia di migliaia di israeliani si trovano sotto il fuoco dei missili palestinesi? Il secondo elemento è strettamente legato al primo. I calcoli politici di Hamas sono più che problematici. L'organizzazione fondamentalista ha considerato che una reiterazione della tregua non avrebbe giocato in suo favore e non avrebbe potuto produrre risultati ulteriori. Ossia, non avrebbero potuto rafforzarlo nei confronti dell'Olp e dell'Anp presieduta da Abu Mazen. Il calcolo di Hamas è duplice e criminale: se gli israeliani faranno concessioni, dimostreranno che la strada scelta da Hamas assicura la vittoria; alternativamente se gli israeliani attaccano, questo provocherà molte vittime palestinesi, e forse israeliane, ma al contempo rafforzerà le sue posizioni.
Il terzo elemento è relativamente semplice: la politica criminale del governo israeliano, appoggiato dall'opposizione israeliana di destra, non potrà terminare finché un altro gran criminale non avrà ancora lasciato la Casa bianca e permangono forti dubbi se Barack Obama avrebbe interrotto un'azione come la presente.
Per caso, tutto ciò è avvenuto nel vuoto? Chiaramente no. Al posto di vacue affermazioni di orrore, è bene tenere in considerazione alcune questioni essenziali. Gaza è un'enorme prigione controllata dagli israeliani e circa un milione e mezzo di palestinesi da parecchio tempo non sa più cosa sia una vita normale. Beni alimentari, combustibili, ospedali, elettricità, oltre che lo stesso accesso alla Striscia di Gaza sono stati usati come elemento di pressione e di estorsione da parte del governo israeliano.
E mentre cadono missili sul sud d'Israele, tutti dovrebbero domandarsi a cosa porta il criminale attacco israeliano. La violenza di oggi produrrà solo altra violenza e questo la rende doppiamente criminale. Peggio ancora: la violenza israeliana di questi giorni rafforzerà l'odio e gli elementi più violenti e intransigenti. I governanti israeliani sanno che le loro bugie non possono nascondere la verità essenziale, e cioè che un miglioramento della situazione passerà solo per negoziati, anche con Hamas. La comunità internazionale non può accontentarsi delle critiche moralizzanti all'attacco israeliano: deve abbandonare il paradigma dominante della "lotta al terrorismo" e tornare a una chiara diplomazia di pace, a negoziati con quanti sono oggi visti come paria senza voce, o come fantasmi violenti che bisogna sterminare.
30 dicembre 2008
Tre elementi essenziali hanno svolto il ruolo di catalizzatori nell'attuale aggressione israeliana: il primo è legato alle imminenti elezioni israeliane. Chi può dimostrarsi debole nel momento in cui centinaia di migliaia di israeliani si trovano sotto il fuoco dei missili palestinesi? Il secondo elemento è strettamente legato al primo. I calcoli politici di Hamas sono più che problematici. L'organizzazione fondamentalista ha considerato che una reiterazione della tregua non avrebbe giocato in suo favore e non avrebbe potuto produrre risultati ulteriori. Ossia, non avrebbero potuto rafforzarlo nei confronti dell'Olp e dell'Anp presieduta da Abu Mazen. Il calcolo di Hamas è duplice e criminale: se gli israeliani faranno concessioni, dimostreranno che la strada scelta da Hamas assicura la vittoria; alternativamente se gli israeliani attaccano, questo provocherà molte vittime palestinesi, e forse israeliane, ma al contempo rafforzerà le sue posizioni.
Il terzo elemento è relativamente semplice: la politica criminale del governo israeliano, appoggiato dall'opposizione israeliana di destra, non potrà terminare finché un altro gran criminale non avrà ancora lasciato la Casa bianca e permangono forti dubbi se Barack Obama avrebbe interrotto un'azione come la presente.
Per caso, tutto ciò è avvenuto nel vuoto? Chiaramente no. Al posto di vacue affermazioni di orrore, è bene tenere in considerazione alcune questioni essenziali. Gaza è un'enorme prigione controllata dagli israeliani e circa un milione e mezzo di palestinesi da parecchio tempo non sa più cosa sia una vita normale. Beni alimentari, combustibili, ospedali, elettricità, oltre che lo stesso accesso alla Striscia di Gaza sono stati usati come elemento di pressione e di estorsione da parte del governo israeliano.
E mentre cadono missili sul sud d'Israele, tutti dovrebbero domandarsi a cosa porta il criminale attacco israeliano. La violenza di oggi produrrà solo altra violenza e questo la rende doppiamente criminale. Peggio ancora: la violenza israeliana di questi giorni rafforzerà l'odio e gli elementi più violenti e intransigenti. I governanti israeliani sanno che le loro bugie non possono nascondere la verità essenziale, e cioè che un miglioramento della situazione passerà solo per negoziati, anche con Hamas. La comunità internazionale non può accontentarsi delle critiche moralizzanti all'attacco israeliano: deve abbandonare il paradigma dominante della "lotta al terrorismo" e tornare a una chiara diplomazia di pace, a negoziati con quanti sono oggi visti come paria senza voce, o come fantasmi violenti che bisogna sterminare.
30 dicembre 2008