Quello di ieri è un atto importante che è stato compiuto dall’Assemblea Generale dell’Onu, Riconoscere finalmente alla Palestina un posto come Paese Osservatore dell’Onu alla pari di altri piccoli stati come per esempio il Vaticano non è solo un atto importante, ma un bel passo in avanti in questo faticoso e travagliato processo di pace che va avanti da piu’ di 70 anni, cioè dal 1948, quando Ben Gourion proclamo’ la nascita dello stato ebraico con capitale a Jerusalem. E’ un bene anche per Israele che questo riconoscimento della Palestina avvenga dentro l’aula politica piu’ importante con un enorme consenso dei paesi, piccoli e grandi. Puo’ essere la volta buona per distinguere i veri costruttori di pace dai profeti di sventura.
Questo riconoscimento con 138 voti favorevoli tra cui quello del sì italiano è senza precedente, soprattutto se noi consideriamo quello che è accaduto in questi lunghi anni di guerra e di antifada tra le due entità araba ed ebraica, Israele e Palestina appunto. Due mondi dove le affermazioni belliche di entrambe le enclavi geografiche sono sopportate ed alimentate anche dai concetti di dio e di religione nonché dalle leggi coraniche e quelle della torah. Il passo che è stato compiuto ieri nell’Assemblea dell’ONU a favore della Palestina, dei palestinesi in particolare per i bambini e le donne ( vittime principali dei razzi e dei bombardamenti) fà ben sperare in un futuro di Pace imminente. Sono 75 anni che il mondo aspettava questo segnale politico fortemente voluto da un leader tenace e coraggioso che è Abu Mazen, compagno di lotta e di impegno del premio Nobel (1993) di venerabile memoria che era Yasser Arafat. Dunque dal mio punto di vista questo riconoscimento della Palestina è un atto storico ma anche un gesto che ci riconduce alla Memoria gli impegni e le lotte delle donne e degli uomini che in Israele e in Palestina che si sono dati da fare per arrivare alla affermazione della Pace, della Riconciliazione e alla Giustizia in quest’angolo del mondo. Come dimenticare le persone come Anouar Saddat ( leader egiziano assassinato da un gruppo di yihaddisti islamisti nel ’78), Yzak Rabbin (ucciso da un fanatico ebreo fanatico), Yasser Arafat (leader palestinese morto nel 2004 di cui in questi giorni si è fatta la riesumazione per capire la causa di decesso) e tanti altri ancora…
Il nuovo capitolo positivo aperto ieri per i palestinesi ci porta a porre sul tavolo della Comunità Internazionale altri casi “Palestina” che secondo me, ma non solo io che lo dico vanni riesaminati e riaperti e riproposti. Anche su alcuni ci sono stati dei dei decreti Onu, E’ il caso per esempio del Sahara Occidentale che dal 1975, da quando cioè gli spagnoli se ne andarono per la fine dell’epoca coloniale in presa a situazioni gravi di violazione dei diritti delle sue popolazioni. Sahara Occidentale soggiogato e colonizzato dal Regno del Marocco. E’ una nazione che va riconosciuta nei diritti e nei doveri. Anche qui vanno applicate in modo assoluto e rigoroso tutte le risoluzioni dell’Onu che da anni esigono che al Sahara Occidentale va riconosciuta l’Autonomia e l’Indipendenza come alle altre 54 nazioni africane. Purtroppo vi è calato un ingiustificato silenzio della Comunità Internazionale su questa drammatica situazione alla palestinese che questa realtà sta vivendo, meglio subendo in quest’angolo dell’Africa. Non si parla ormai piu’ del Fronte Polisario, delle donne e degli uomini che hanno lottato per un sogno di pace e di libertà per questo meraviglioso paese che è il Sahara Occidentale. A quanto la libertà, a quando la primavera anche per il Sahara Occidentale?
Faccio presente per esempio ai lettori che il Regno del Marocco è stato escluso dall’Unione Africana (nata del 2002) proprio per la sua ostinata politica repressiva nei confronti del Sahara Occidentale. Dopo la Palestina, potrebbe essere il turno del Sahara Occidentale, del Tibet e della Cecenia e altri paesi ancora che rivendicano la libertà e la pace. Questo ce lo auguriamo in tanti.
Vorremmo celebrare nuove indipendenze di stati nuovi come abbiamo avuto la gioia di fare piu’ di 10 anni fa con la popolazione del Timor Est. Molti si sono dimenticati di quella primavera celebrata grazie anche qui all’applicazione delle risoluzioni dell’Onu che poi è intervenuta con i suoi caschi blu a favore della sua popolazione martoriata.
Concludo questa mia breve riflessione augurando che la Palestina e Israele depongano le armi (razzi e missili) per imparare dall’Africa e da alcuni dei suoi stati che dalla Colonizzazione e dalla spartizione forzata dei territori si stanno lentamente riconciliando dentro gli organismi panafricanisti come l’Unione Africana e l’Ecowas (Cedeao), Comunità Economica dell’Africa dell’Ovest. La migliore lezione per la Palestina e Israele e per i loro rispettivi sostenitori guerra fondai potrebbe arrivare dal Sudafrica di Nelson Mandela. Dalla RAINBOW NATION, nation Arcobaleno (come lo definitì Mandela) appunto.
Vedremo i passi successi verso questo compimento della pace in questa area del mondo dove sono sorte tutte le religioni monoteiste del mondo: Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo e dove è importante che si affermi lo Stato di Diritto a nome della Pace, della Democrazia e della Giustizia. Aspettiamo anche di vedere cosa farà Barack Obama e la sua nuova Amministrazione così come aspettiamo di capire le mosse dell’Unione Europea e le voci dell’Unione Africa che non puo’ né deve rimanere silente ed indifferente di fronte a queste conquiste dei popoli sofferenti.
Jean-Pierre Sourou Piessou
Fonte: News da Sezano Dicembre 2012