Mentre cominciamo a leggere i primi commenti dall’Italia, Issa, giovane leader di Youth Against Settlement si commuove nel darci la notizia: “Avete sentito? L’Italia ha riconosciuto lo stato di Palestina!”
Ci guardiamo sconsolati cercando chi gli proverà a spiegare… Ci vergogniamo di essere italiani dopo la farsa del nostro Parlamento e, dopo qualche osservazione, qualcuno gli chiede di cambiar discorso continuando piuttosto a raccontarci della manifestazione di stamattina: tutta la città è scesa nella strada occupata dai coloni per provocare con un gesto forte l’immobilismo di una oppressione che sembra non meritare nessun “riconoscimento”.
Il 27 febbraio 2015 passerà alla storia, certo, visto che attendevamo da anni che anche il nostro Paese compisse un piccolo, simbolico gesto di giustizia e invece ha evitato ogni decisione per “affrettare la pace”, come titolava uno dei tantissimi appelli della società civile. E se da anni si attendeva un gesto concreto di solidarietà verso un popolo vittima di un apartheid senza fine, da mesi provavamo ad informare i nostri parlamentari sulla realtà della Palestina, non immaginando però la loro condizione di analfabeti.
I fatti li conoscete: con un’incredibile astuzia il Governo ha aggirato l’ostacolo approvando due opposte mozioni: quella del PD che dice di “promuovere il riconoscimento” (ma quando? E come?) ma anche quella di NCD che lega il riconoscimento al proseguimento degli accordi di Oslo, tomba ventennale della giusta pace. Quindi il Parlamento italiano non ha riconosciuto lo stato di Palestina, anzi, gli ha messo una pietra tombale addosso.
I commenti sono stati opposti tra loro, a confermare l’assurdità della votazione, e per voi abbiamo raccolto alcuni ritagli di bocchescucite più diverse.
Vi lasciamo immaginare lo sconforto in cui sono sprofondati tutti i nostri amici palestinesi con cui stiamo condividendo in questi giorni le lotte nonviolente e le quotidiane, faticosissime tessiture di difesa dei più elementari e tutti violati diritti umani.
Al prossimo amico palestinese che ci inoltrerà su facebook l’ennesimo “Grazie Italia!”, sarà opportuno chiedere, ancora una volta, scusa!
Nandino con il Pellegrinaggio di Un Ponte per Betlemme 2015