Il dibattito intorno alla gestione pubblica o privata del servizio idrico integrato non è una questione meramente ideologica o politica. Se da una parte è indubbio che esempi virtuosi di gestione si trovano a prescindere dagli assetti e/o natura societaria dei soggetti gestori è altrettanto vero l’opposto.
Rimanendo però al merito della questione è necessario porre attenzione su alcuni aspetti puramente tecnici della situazione del servizio idrico integrato e della società GAIA.
1) INDEBITAMENTO
Il pesante indebitamento della società GAIA non rappresenta una eccezione nel panorama dei gestori del SII anche in relazione ad esempi di sistemi di gestione mista pubblico/privata ai cui la società vorrebbe assimilarsi.
La renumerazione garantita degli investimenti (7% in questi anni non è stato certo un elemento indifferente) ha spinto i gestori verso l’indebitamento contando sul fatto che il successivo adeguamento tariffario avrebbe abbondantemente coperto le esposizioni nei confronti degli istituti di credito.
GAIA è l’unico gestore interamente pubblico in Toscana e registra un indebitamento totale per oltre 140 milioni di euro; non poi tanto diverso da quello degli altre società che pur dal loro avvio hanno realizzato l’ingresso di un socio privato al 40%.
ACQUEDOTTO DEL FIORA oltre 136 milioni di euro
ACQUE SPA oltre 237 milioni di euro
PUBLIACQUA oltre 242 milioni di euro
NUOVE ACQUE oltre 71 milioni di euro
Anche prendendo a riferimento il solo indebitamento a breve non si riscontrano diversità particolarmente evidenti
GAIA oltre 120 milioni di euro
ACQUEDOTTO DEL FIORA oltre 117 milioni di euro
ACQUE SPA oltre 81 milioni di euro
PUBLIACQUA oltre 142 milioni di euro
NUOVE ACQUE oltre 16 milioni di euro
…………….
2) PROVENTI DALLA PRIVATIZZAZIONE
Il piano illustrato dai vertici di GAIA prevede di reperire liquidità per circa 12 milioni di euro dalla cessione del 40% del valore azionario attraverso un gara in grado di generare una offerta di sovraprezzo azionario per ulteriori circa 15 milioni di euro: in linea – afferma GAIA – con i sovraprezzi pagati nelle precedenti gare in Toscana.
In realtà nella gara per l’ ACQUEDOTTO DEL FIORA il sovraprezzo è stato di circa 13,6 milioni di euro a fronte di un prezzo di soli 700000 euro per l’acquisizione del 40% del capitale azionario.
In quella di ACQUE SPA il sovraprezzo è stato di circa 13,8 milioni di euro a fronte di un prezzo inferiore ai 4 milioni euro per l’acquisizione del 40% del capitale azionario di una società con un valore della produzione più che doppio rispetto a GAIA.
In quella di PUBLIACQUA il sovraprezzo è stato di soli 22000 euro a fronte di un prezzo di 60 milioni euro per l’acquisizione del 40% del capitale.
Quindi non è assolutamente scontato, anzi a nostro avviso – anche in virtù dell’attuale congiuntura – è oltremodo ottimistico, prevedere simili introiti dall’operazione di privatizzazione.
3) POLITICHE TARIFFARIE
Nelle occasioni di confronto che noi abbiamo avuto con la società ci sono state fornite assicurazioni rispetto al nostro timore che, da una privatizzazione, potesse generarsi un aumento indiscriminato delle tariffe.
GAIA afferma che con il reperimento dei fondi necessari per contenere l’indebitamento a breve della società, sarà possibile accedere ad un prestito strutturato (business plan) con cui far ripartire il ciclo virtuoso degli investimenti previsto dalla revisione del piano d’ambito ed in linea con il contenimento tariffario descritto nello stesso.
La realtà delle cose è un po’ diversa.
La tariffa reale media (TRM) è passata dai 1,58 € del 2009 agli 1,66 € del 2010 con un incremento pari al 5,06%.
Nello stesso periodo la bolletta per una famiglia di tre persone è passata da 358 € a 407 € con un incremento del 13,68%.
L’inflazione per il 2010 è prevista oggi intorno all’1,2% ed è stata nel 2009 dello 0,8%.
Lucca, 17 agosto 2010