Tutto è cambiato. L'Italia già dalle prossime settimane avrà bisogno di circa 150-160 miliardi di euro, pari a 10 punti di Pil, in una situazione in cui è molto probabile che subisca un recessione del 7-8%.
Ciò significherebbe, nell'antica era di Maastricht, un rapporto tra debito e Pil praticamente stellare, vicino a tre volte il parametro di base.
Si tratta di numeri che però, davvero, non possono avere senso; le entrate dello Stato, di Comuni e Regioni sono di fatto congelate e non è chiaro quando potranno ripartire, prim Salva a di tutto perché dipendono dalla capacità di produrre reddito del paese.
La spesa sanitaria conoscerà inevitabilmente un'esplosione che non potrà essere affrontata solo dalle donazioni e dai versamenti di italiani di buon cuore e che avrebbe bisogno semmai di un contributo straordinario prelevato dai detentori di rilevanti patrimoni, non sufficiente tuttavia ad arginare il rischio di un vero default.
Questo infatti è il pericolo reale per il nostro, come per molti altri paesi europei e mondiali; se le regole rimangono quelle attuali è molto probabile che gli Stati falliscano prima ancora delle loro economie.
E' indispensabile quindi che le regole cambino subito per evitare i fallimenti dei sistemi pubblici che avrebbero conseguenze pesantissime sulle condizioni di vita delle popolazioni e sulla tenuta della democrazia. Prendere coscienza della necessità di cambiare le regole, europee in primis e poi globali, significa davvero combattere l'epidemia.
Fonte: Posta pubblicato sulla pagina FaceBook il 24.03.2020