Quando nel 2003, ormai quasi dieci anni fa, è stata fondata l'Accademia Apuana della Pace l'idea costituente è sempre stata quella, in primo di luogo, di creare uno spazio di servizio, che aiutasse a far crescere una cultura di pace e di nonviolenza, declinata a 36o gradi.
Con tali intendimenti abbiamo costruito, quasi fin dall'inizio, il sito e il notiziario settimanale, con l'obiettivo di farne non uno strumento dell'AAdP, ma un servizio che sia a disposizione delle diverse associazioni e delle singole persone che sono impegnate nel campo dell'educazione alla pace, della nonviolenza, della solidarietà, della lotta politica per un mondo diverso, al fine di condividere riflessioni, studi ed esperienze.
In questi anni, pur in logica molto artigianale, ci siamo sforzati di migliorare questi due servizi, sia graficamente che per quanto concerne i contenuti.
Il numero di persone, oltre 800, che riceve questo notiziario, tra le quali numerose associazioni nazionali che lo fanno ulteriormente veicolare, e le statistiche del sito, che ci indicano un progressivo aumento delle persone che accedono a questo spazio messo a disposizione da una piccola realtà periferica quale la nostra (alla fine di ottobre una media giornaliera di 529 pagine consultate e di 233 visitatori), ci indicano il bisogno di uno spazio di approfondimento di questo tipo, pur consapevoli che esso vada costantemente migliorato e trasformato.
Ciò nonostante il mio sogno personale è quello di vedere il notiziario e il sito sempre meno come spazi dell'AAdP e sempre più come spazi comuni coltivati, arredati, arricchiti dalle diverse realtà dell'arcipelago del mondo della pace, della nonviolenza, della solidarietà... diventando davvero “servizi”, non solo usati, ma abitati e costruiti da una pluralità di soggetti.
In tale ottica è assicurata la disponibilità del gruppo di redazione e, ritengo, di tutta l'Accademia, si tratta di definire come accelerare il cammino in tale ottica, e quali strumenti debbano essere adottati per far sentire da tutti questi spazi come luoghi che appartengono ad una comunità più vasta.
Sarebbe opportuno che ne nascesse un dibattito, che si avviasse un confronto... sarebbe bellissimo che altre realtà avvertissero il bisogno di sedersi attorno ad un tavolo per costruire, magari in maniera diversa, questi strumenti di in-formazione.
Vi invitiamo a scriverci idee, suggerimenti, critiche... ed anche contributi:
Gino Buratti