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Care Amiche ed Amici,

tra il 7 e il 20 agosto si è consumata la sconfitta di Salvini già annunciata un anno fa in una nostra newsletter del 18 luglio 2018 (che ora si trova in: Raniero La Valle, Lettere in bottiglia, Gabrielli editore, pag. 176). Questo ultimo tempo del film della sconfitta si è andato svolgendo nello stesso tempo della tragedia dei naufraghi della Open Arms, non a caso conclusasi con lo sbarco a Lampedusa la sera stessa della caduta del governo.

Quello che sta avvenendo di nuovo nel Mediterraneo con le navi Open Arms e Ocean Viking è uno spettacolo indecente, immorale e criminale. Il rifiuto del Ministro dell’Interno, Salvini, di aprire i porti per accogliere queste due navi cariche di 500 rifugiati salvati in mare , esprime un cinismo e un disprezzo verso l’altro inaccettabile. Perché queste sono persone che fuggono da terrificanti lager libici, dalle torture, dagli stupri, da una guerra tra il generale Haftar e el Serraj, l’uomo forte di Tripoli.

Questa notte ho visto morire un uomo.

Il mio vecchio amico Neno, all'ospedale di Viterbo dove era ricoverato. Era una persona buona come il pane. Gli facevo compagnia per la notte. Un minuto prima parlavamo, un minuto dopo aveva smesso di respirare. Non e' la prima volta che vedo un uomo morire. Molti anni fa ho chiuso gli occhi a mio padre.

"Solo un paese che ha smarrito il più elementare alfabeto civile e costituzionale può assistere in silenzio a un vicepremier di minoranza di un esecutivo che apre la crisi di governo, convoca il Parlamento ed evoca lo scioglimento delle Camere, come se fosse contemporaneamente il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica in carica.

Questi giorni di vergogna saranno studiati sui libri di storia.

Per la disumanità, per l'odio organizzato contro l'umile, l'affamato, il debole, il perseguitato, l'emarginato che cerca giustizia. Per la gara a chi aveva la pensata più crudele. Per la pavididità dei complici di quell'odio, quelli che "ho votato, ma mi dissocio", quelli che uno stipendio da parlamentare vale più delle vite umane che avete condannato a morire in acqua, più della libertà di dissentire che avete condannato a morire in terra, più di tutta la storia che state sporcando.

Caro Ministro dell’Interno Matteo Salvini ,

ho letto in un tweet da Lei pubblicato questa frase: “Per fortuna che gli insegnanti che fanno politica in classe sono sempre meno, avanti futuro!”.

Bene, allora, visto che fra pochi giorni ricominceranno le scuole, e visto che sono un insegnante, Le vorrei dedicare poche semplici parole, sperando abbia il tempo e la voglia di leggerle. Partendo da quelle più importanti: io faccio e farò sempre politica in classe. Il punto è che la politica che faccio e che farò non è quella delle tifoserie, dello schierarsi da una qualche parte e cercare di portare i ragazzi a pensarla come te a tutti i costi. Non è così che funziona la vera politica.

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