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Matteo Salvini cresce di voti, ma a quanto pare non ancora di saggezza. E pensa di farsi tranquillamente i ministeri degli altri, ma proprio tutti: i ministeri tipici della politica, che sono sinonimo di "potere" e dovrebbero esserlo di "dovere", tanto quanti i ministeri propri della comunità cristiana, che sono sinonimo di "servizio".

Prima ancora di chiedersi “che fare” bisogna cercare di capire che cosa è successo il 26 maggio e anche le ragioni di un così repentino cambiamento della geografia elettorale.
La democrazia non perdona, gli errori, gli sgarri li fa pagare ad usura. Essa ha un effetto moltiplicatore, e come moltiplica straordinariamente i fattori positivi immessi nel corpo sociale (le fortune del Welfare State ne sono state nel secolo scorso un esempio) così moltiplica il negativo della cattiva politica e del maldestro pensiero.

Per gli amici. Riflessione privata domenicale, di certo laica, anche perché poi a messa domenica non sono andato.

Don Corrado Krajewski con il suo atto illegale di riallaccio della corrente allo stabile occupato a Roma da famiglie di diverse etnie e classi sociali ha fatto un gesto che ha una grande rilevanza simbolica, che è giusto sottolineare, nel senso che permette riflessioni sul piano politico sociale rispetto alle considerazioni sulla strategia politica autoritaria delle forze di destra. Nel piccolo per esempio, rispetto al fascismo storico, fa venire a mancare un puntello importante, quello della chiesa, che si riassumeva in quella parola d’ordine usata sempre in maniera populista e demagogica: Dio-Patria-Famiglia.

I fatti di Palermo costituiscono una minaccia alla libertà dei cittadini e un attentato gravissimo ai diritti sanciti dalla Costituzione: la libertà di opinione e la libertà di insegnamento. Una insegnante è stata esclusa per quindici giorni dall’insegnamento e da parte dello stipendio (ridotto alla metà) per non aver vigilato su un video dei suoi alunni che accosta il decreto salviniano sulla sicurezza alle leggi razziali del 1938 (cosa peraltro pensata da almeno un terzo degli italiani).