L'amministrazione di Massa ha concesso la cittadinanza onoraria al "Milite ignoto". Chiariamo alcuni aspetti per non insultare la memoria - che per essere tale deve essere necessariamente completa.
La concessione viene fatta con una narrazione falsa, ipocrita, fatta in nome di una guerra che è stato il macello per poveri e diseredati, che non è stato campo di difesa di confini, ma atto di aggressione.
100 anni di un vergognoso racconto che nel tempo ha avuto voci contro, come quella di Papa Benedetto XV, che coraggiosamente l'ha definita “inutile strage”, o quella di Emilio Lussu con il suo “Un anno sull’altipiano”, o ancora quella di Francesco Rosi con il film come “Uomini contro”.
E ancora oggi siamo costretti a leggere un'esaltazione militaresca dell'inutile strage che non accenna neppure in un passaggio alla tragedia immane che una generazione di contadini, di operai, ha vissuto sulla propria pelle.
Quello del milite ignoto è un mezzo ricordo, l'altra metà del ricordo viene invece consegnata all'oblio.
All'oblio si consegnano coloro che decisero di non essere collusi con la mattanza che si consumava in trincea, coloro che dissero "no" ad una guerra, che come tutte le guerre, mandava al macello le classi più povere del paese. Oltre 4000 furono condannati alla pena capitale, molti riuscirono a fuggire definitivamente, ma 750 fucilazioni furono eseguite: a queste si devono aggiungere altri 350 giustiziati in modo sommario. In particolare, con la circolare riservata nr. 2910 del 1° novembre 1916, il generale Cadorna affermava che: "(...) ricordo che non vi è altro mezzo idoneo a reprimere reato collettivo che quello della immediata fucilazione dei maggiori responsabili, allorché l'accertamento dei responsabili non è possibile, rimane il diritto e il dovere ai comandanti di estrarre a sorte tra gli indiziati alcuni militari e punirli con la pena di morte". Questo accadde.
Questa era la cultura militare che dominava le scelte nell'esercito italiano nella prima guerra mondiale.
Nella legislatura corrente la Commissione Difesa del Senato, a conclusione dell'esame sulle prospettive della riabilitazione storica dei militari fucilati durante la Prima guerra mondiale, ha approvato, lo scorso 10 marzo, all'unanimità la risoluzione Doc. XXIV n.31 con la quale si impegna il Governo:
-a provvedere, tramite il Ministero della difesa, ad affiggere, nel Complesso del Vittoriano a Roma, una iscrizione in memoria dei militari italiani fucilati nel corso della Prima guerra mondiale per reati contro la disciplina, a seguito di processi sommari e senza l'accertamento della loro responsabilità, per offrire una testimonianza di solidarietà ai militari caduti, ai loro familiari e alle popolazioni interessate;
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a provvedere che tale iscrizione venga svelata nel corso di una cerimonia pubblica, da tenersi auspicabilmente nell'ambito delle commemorazioni del centenario della traslazione del Milite Ignoto nel sacello dell'Altare della Patria, previste per il mese di novembre del 2021;
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a provvedere, sempre tramite il Ministero della difesa, dopo gli opportuni approfondimenti storici, alla pubblicazione dei nomi e delle circostanze della morte di ciascuno dei caduti, dandone comunicazione al comune di nascita, per l'eventuale pubblicazione nell'albo comunale;
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a garantire la piena fruibilità degli archivi delle Forze armate e dell'Arma dei carabinieri per tutti gli atti, le relazioni e i rapporti legati alle operazioni belliche, alla gestione della disciplina militare nonché alla repressione degli atti di indisciplina o di diserzione, ove non già versati agli archivi di Stato;
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a promuovere ogni iniziativa volta al recupero, anche a livello locale, della memoria di tali caduti e ogni attività di ricerca storica che contribuisca alla ricostruzione del primo conflitto mondiale, con specifico riferimento alle vicende dei militari italiani condannati alla pena capitale.
Ricordare il Milite ignoto senza ricordare coloro che furono fucilati per reati contro la disciplina, a seguito di processi sommari e senza l'accertamento della loro responsabilità, senza ricordare chi ebbe ii coraggio di disertare per non essere complice di quella "inutile strage", significa essere oggi complici di chi ammetteva la pena di morte per estrazione a sorte.
Noi crediamo che la nostra città non possa accettare quella barbarie.
Riteniamo pertanto giusto ricordare tutti i soldati caduti, gli invalidi, i feriti e coloro che ebbero la vita sconvolta dalla guerra, compresi quelli le cui menti non ressero all’orrore (gli “scemi di guerra” morti a centinaia nei manicomi), i suicidi, gli autolesionisti, i prigionieri italiani lasciati morire senza assistenza da un governo criminale che li considerava vigliacchi (100.000 prigionieri italiani morti su 600.000, rispetto ai 20.000 morti su 600.000 prigionieri francesi, aiutati dal loro Stato)
Non possiamo dimenticare i civili morti per sfinimento, quelli travolti dalla “spagnola” o dalla mancanza di cure, quelli dilaniati dai bombardamenti, o uccisi per sfizio mentre difendevano le loro povere cose.
Non possiamo dimenticare le donne stuprate e disprezzate, i “figli della guerra” rifiutati e irrisi, tutti sepolti per decenni nel silenzio di una vergogna che allora rese colpevoli le vittime e ancora ora accusa chi continua a tacere questa tragedia.
Negli altri paesi si ricordano tutti coloro che la guerra l'hanno subita capendo subito la sua inutilità e provando ad opporsi alle aberrazioni di cui era portatrice:
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nel Regno Unito, ad Alrewas (Straffordshire), all’interno del National Memorial Arborerum, c’è lo Shot at Dawn Memorial, un monumento per Restituire l’onore ai disertori fucilati dedicato ai fucilati per “diserzione e codardia”;
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in Germania, a Stoccarda, è stato eretto un monumento a tutti i disertori;
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in Francia, nel Musée de l’armée di Parigi, è stato dedicato uno spazio apposito ai fucilati “per mano amica”.
Da noi no, da noi la mano fascista continua una narrazione della grande guerra basata sui modelli che furono tema di esaltazione dei fasci dei primi anni '20.
Proprio perché ci sta a cuore il popolo che ha sofferto in quegli anni, dobbiamo ricordare che entrare in quel conflitto nel 1915 fu una scelta folle e omicida imposta dalle classi dirigenti del paese. Non ci fu un’aggressione o un’invasione che giustificasse l’entrata in guerra, furono solo le ragioni delle alleanze diplomatiche che portarono alla dichiarazione di guerra contro i paesi della Triplice Alleanza.
Noi non vogliamo celebrare una patria che ha mandato al macello milioni di persone, che ha fucilato disertori e pacifisti con processi di giustizia sommaria dei tribunali militari. Tutti loro avevano un nome ed un cognome, non erano affatto ignoti. Ignoti, senza nome e volto è come li ha resi la guerra.
Una guerra assurda e inumana.
Opera d'arte contro la guerra di Banksy: