Il Consiglio nazionale di Pax Christi, riunito a Firenze il 12-13 marzo scorso, ha condiviso la testimonianza del vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, mons. Shlemon Warduni che in diversi incontri ad Ambivere (Bg), Brescia, Trento, Bolzano e Novara ha raccontato la sofferenza della sua gente e denunciato la follia della guerra e i grandi interessi nella vendita di armi, anche da parte dell’Occidente e dell’Italia a Paesi, come l’Arabia Saudita, che sappiamo essere tra i primi sostenitori dell’Isis.
La guerra è un affare di armi, dietro i terroristi e le numerose bande armate c'è una rete di giganteschi interessi e di enormi complicità.
La Libia è in guerra da anni: una guerra geopolitica ed economica promossa da Francia, Gran Bretagna e Italia, con la supervisione strategica degli Stati Uniti e la presenza della Nato, per il controllo delle risorse e del “bottino libico” depositato nelle banche europee.
Le recenti dichiarazioni governative contrarie a un intervento militare diretto possono aprire spiragli di luce, ma le condizioni di una guerra in Libia, disastrosa per tutti, sono di fatto tutte operanti: schieramento di forze, basi militari, droni a Sigonella, vendita di armi, decreto governativo sui corpi speciali, campagna mediatica negli Stati Uniti e in Europa, aspirazioni egemoniche di molti Paesi in contatto con bande armate locali...
Ribadiamo ancora una volta la nostra opposizione a un intervento bellico in nome di:
- una politica lungimirante attenta ai popoli dell'Africa e del Medio Oriente;
- una “sicurezza comune” europea che non usi i migranti, vittime delle guerre da noi sostenute, per scatenare nuove guerre;
- un'Europa unita e libera da logiche neocoloniali e da ossessioni nazionaliste escludenti;
- una sovranità del diritto (ribadita anche da papa Francesco alle Nazioni Unite);
- un ruolo centrale autonomo dell'ONU che non deve lasciare spazio ad altri organismi, ad alleanze equivoche o alla Nato.
In sintonia con le diverse manifestazioni italiane contro la guerra in Libia (cui abbiamo aderito), chiediamo alla politica di operare nel rispetto della Costituzione, ritenendo che l’impegno per la pace non sia, come ha detto l’ex Presidente Giorgio Napolitano in Senato, un “ingannare l'opinione pubblica e sollecitare un pacifismo di vecchissimo stampo che non ha ragione di essere nel mondo di oggi”.
Riteniamo importante nello stesso tempo risvegliare la presenza attiva della Chiesa italiana per il disarmo, la prevenzione delle guerre, la formazione alla pace e alla nonviolenza, la promozione di gesti significativi a favore di una comunità cristiana disarmata e disarmante.
Firenze, 15 marzo 2016
Pax Christi Italia