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La mia Perugia - Assisi

La "pace" oggi deve fare i conti con l'attacco del sistema della guerra e del denaro alla vita delle donne e degli uomini comuni.
I nostri "toni" devono entrare in sintonia con l'angoscia e con la rabbia della gente che vede rimessi in discussione il proprio lavoro ed i propri redditi, percepiti come base per una integrità vitale. Questa condivisione ha da diventare dialogo con persone reali, con la loro umanità complessa: dobbiamo rivolgerci ad Angelo e a Maria e a Dolores, e non parlare per categorie stereotipe di "operai, insegnanti, terremotati, immigrati" e quanto altro.
Facendo questo, oltretutto, seguiamo le orme di Gandhi, il cui "spiritualismo" era profondamente realista, attrezzato di acuta intelligenza strategica, al contrario di chi oggi, sul Manifesto, lo liquida come "asceta carismatico", predicatore di una bontà e mitezza astratte (forse Danilo Zolo ce l'aveva con altri esempi nostrani).
Le vie della guerra oggi passano per le risposte sbagliate che il sistema offre alla preoccupazione dell'insicurezza generale: il capro espiatorio è il "terrorismo globale" di cui l'immigrazione clandestina, foriera di criminalità, è terreno di coltura.
La "guerra permanente", che si vuole rilanciare anche grazie ai piani nucleari, deve trovare alimento nelle "guerre tra poveri" interne, in una realtà in cui la "difesa" prospettata sta nella chiusura territoriale alle minacce esterne: il mondo è incontrollabile, almeno dobbiamo tornare padroni in casa nostra (e nel cortile limitrofo)!
La "guerra permanente" - questo penso non vada dimenticato - è resa possibile dal grande crumiro internazionale che si chiama "comunismo cinese": se ormai le paghe dei nostri giovani viaggiano verso i due euro orari lo dobbiamo alla concorrenza, nella "globalizzazione", di uno Stato che ha proclamato il potere popolare ma che tratta la sua forza-lavoro stritolandola in un regime schiavista che la priva di qualsiasi diritto, al livello più elementare.
La pace si costruisce - ne sono sempre più convinto - ritrovando un rapporto con il nostro popolo: ed i concertoni festosamente retorici, in cui trombonescamente proclamiamo di "essere contro tutte le guerre" evitando di nominare quelle in cui siamo oggi impegnati, servono solo ad imprimerci uno stigma folkloristico ed irrilevante.
Oggi avrei voluto che ci fossimo mobilitati in tanti "pacifisti" per partecipare ai funerali di Mariarca Terracciano.
In tanti avremmo dovuto sentire della nonviolenza vera nel suo sacrificio e la possibilità di un aggancio reale a lotte e resistenze che ci conducono verso percorsi di dignità e di pace.
E, lì, presenti a Napoli, con tutto il dolore, la comprensione, e la compartecipazione, forse avremmo dovuto dire ai suoi colleghi affranti: "Marianna è morta perchè voleva difendere un diritto di tutti. Ora andiamo fino in fondo, intrepretando lo spirito profondo della sua lotta. Non vanifichiamo il suo sacrificio. Battiamoci per il diritto di tutti ad essere garantiti redditualmente per un minimo vitale. Pensiamo alla ragazza "lumbard" morta strangolata dalla macchina delle uova per 500 euro in nero. E pensiamo ai fratelli neri di Rosarno, che hanno attraversato deserti e mari per finire sfruttati dagli stessi criminali e mafiosi che non ci pagano gli stipendi (la fazione demitiana della "casta", in particolare). Usiamo la nostra intelligenza e la nostra unità per non morire schiacciati e ribaltare la crisi sui banchieri e i politicanti che l'hanno provocata!".
Magari non saremmo stati del tutto ascoltati (ma io non lo credo). Ma avremmo aperto un dialogo vero con la gente che ci interessa davvero (lasciando da parte i generali in conferenza stampa).
Siccome, al pari di voi, sono pigro ed ho cose più importanti di cui occuparmi (continuo a studiare le faccende nucleari), non mi sposto - ahimè - da Milano e mi limito a fare un fioretto per penitenza: continuerò almeno a ricercare il nome della ragazza sconosciuta strangolata dalla macchina per le uova.
Magari qualcuno riesce ad aiutarmi ad individuarla...

Alfonso Navarra - obiettore alle spese militari e nucleari