Appello ad una grande mobilitazione popolare per prime azioni di giustizia sociale.
Siamo uomini e donne, giovani ed anziani, lavoratori e pensionati, precari e disoccupati, colpiti nei diritti fondamentali e costituzionali, siamo il popolo che vive da anni un grave peggioramento della propria condizione sociale e oggi subisce il furto del proprio futuro.
I vari governi succedutisi in questi ultimi quaranta anni si sono piegati ai voleri del liberismo sfrenato e del Dio mercato, riducendo i salari reali, oggi tra i più bassi d’Europa, allungato gli orari di lavoro e l’età pensionabile, precarizzato il lavoro, smantellato storici diritti sociali, eliminato la scala mobile, azzerato il sistema retributivo delle pensioni e ridotto il valore reale delle stesse, privatizzato gran parte dell’apparato industriale, accettato l’avvento dell’euro come moneta unica perdendo completamente ogni forma di sovranità monetaria, realizzando tutte le politiche di austerità imposte dall'Unione Europea. Le conseguenze sono state: licenziamenti, aumento della povertà e delle differenze sociali ( ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri ), calo dell’occupazione, peggioramento delle condizioni di lavoro con aumento anche degli infortuni mortali, deterioramento dell’ambiente e del territorio.
Non siamo più disponibili ad accettare questa situazione di oppressione e di sfruttamento, vogliamo riprendere in mano il nostro destino, sociale, biologico, climatico. Per questo occorre di nuovo tornare alla mobilitazione vera, reale, profonda, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle Università, nelle città e nelle campagne, nei quartieri, nelle strade, nelle piazze, inventando nuove forme di azione, di lotta, di mobilitazione.
E’ necessario dunque definire obiettivi chiari e condivisi, capaci di unificare dal basso e di aggregare le realtà sociali presenti sul territorio, con forme assembleari e con iniziative di sciopero anche sociale.
Azioni di giustizia sociale per un sistema pensionistico di progresso ed un aumento dell’occupazione basate su un nuovo patto generazionale:
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separazione dell’assistenza (che non deve più essere a carico dell’INPS ma della fiscalità generale) dalla previdenza
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effettiva abolizione della controriforma Monti-Fornero e calcolo che rapporti la pensione all’80% delle retribuzioni medie degli ultimi tre anni
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età pensionabile massima a 60 anni o 35 di contributi, prevedendo ulteriori abbassamenti per le donne e per i lavori usuranti (solo così, in particolare nel settore della pubblica amministrazione, nella sanità , nella scuola ed in altri settori strategici si possono liberare energie e spazi per garantire nuova e buona occupazione)
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reale recupero ed un forte aumento del potere d’acquisto dei salari ( tra i più bassi d’Europa ) e delle pensioni almeno pari al 30%, (tenendo conto che nella provincia di Lucca sette pensioni su dieci sono sotto i mille euro lordi e che in quindici anni il valore delle pensioni ha perso il 33%)
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una forte riduzione fiscale pari almeno al 50% delle attuali trattenute e una rivalutazione semestrale del 100% in rapporto all’andamento reale del costo della vita
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estensione della quattordicesima mensilità alle pensioni basse e medio basse almeno fino ai tremila euro lordi
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fondo di garanzia pubblico per le persone con discontinuità lavorativa in modo che possano andare in pensione con almeno il valore attuale di 1500 euro netti mensili (che dovrebbe diventare il valore della pensione minima)
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obbligo per le realtà statali e amministrazioni pubbliche a versare i contributi assicurativi e a pagare il TFR /TFS con le stesse tempistiche del settore privato
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piena applicazione della legge 833 del 1978 ( storica riforma sanitaria ) per un sistema sanitario pubblico e gratuito, per la tutela e prevenzione della salute fisica e psichica universale
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drastica riduzione degli orari di lavoro a parità di salario
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forme di presalario tale da poter sostenere il costo dei trasporti, dei libri, dei pasti e dell’alloggio per i giovani studenti universitari o in cerca di occupazione o con occupazione saltuaria o precaria, per un certo numero di anni
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scuole e Università gratis per i giovani i cui redditi familiari siano inferiori a 75.000 euro
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progetti di lavoro a cura degli Enti locali, da rendere subito esecutivi, per ridurre drasticamente la disoccupazione di giovani ed anziani con particolare riferimento alla riqualificazione delle periferie urbane, al riassetto idrogeologico del territorio, alle bonifiche ambientali, al riuso collettivo a fini socio-ecologici delle numerose aree confiscate da decenni a scopi militari e di guerra da potenze straniere ( basi militari USA e Nato ), ormai senza più alcuna giustificazione, di cui bisogna riappropriarci.
Basta con la rassegnazione, ribelliamoci per cambiare, uniti si vince!
Società Popolare di Mutuo Soccorso “G. Garibaldi”
Lucca, Verciano 17 febbraio 2020
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