Il bambino di fatto abbandonato, riconosciuto legalmente come tale perché si trova senza genitori vicini e presenti ad avere buona cura di lui, ha un diritto primario che la società gli procuri la migliore possibile famiglia di accoglienza, per affido o per adozione.
Questo diritto umano fondamentale e decisivo per il bene di tutta la vita, è primario e indipendente rispetto al desiderio legittimo e bello di una coppia (etero o omosessuale) di avere un figlio.
Se distinguiamo bene quel diritto da questo desiderio possiamo evitare che, in una forma o l'altra, il diritto primario di un bambino venga subordinato al desiderio, bello ma secondario, di essere comunque genitori. Far nascere o procurarsi un bimbo con mezzi umanamente deteriori (fino all'utero in affitto, o alla compravendita) non è assolutamente paragonabile al valore dell'accogliere un bimbo già nato, e solo.
Il riconoscimento delle unioni civili è un progresso civile diverso e indipendente dal bisogno-diritto primario di un bambino ad avere buoni genitori.
Il diritto del bambino ad essere adottato va regolato secondo le leggi, attuali o migliorabili, sull'adozione, che potranno considerare anche la capacità genitoriale delle persone in unione civile, ma l'adozione va regolata separatamente e con priorità rispetto al riconoscimento delle unioni civili e al desiderio degli aspiranti genitori.
Così, sarà più civile e più umana, col primato del più debole, la riforma in atto.
Enrico Peyretti, 18 febbraio 2016