Caro Gino come promesso ti invio qualche riflessione sulla riunione di ieri (Assemblea AAdP – ndr). Vedi tu se vuoi usarlo tutto, in parte o in nulla per qualcosa.
- Inizio
dal fondo.
All'uscita
il nuovo portavoce dell'AAdP ha fatto un riferimento al crocifisso che ho
lasciato cadere, ma che mi stimola. Secondo lui quel simbolo sarebbe più
dirompente del "manifesto" (non ricordo la parola esatta da lui
usata, ma il senso era "rivoluzionario", "destabilizzante"
e quant'altro, ovviamente tutto in senso positivo).
Non mi
interessa il paragone col manifesto, giornale che per altro non trovo granché
rivoluzionario, mi interessa invece il giudizio sul crocifisso.
Potrei
essere anche d'accordo con lui se quel simbolo rappresentasse "solo"
quel che dovrebbe, ma purtroppo non posso più esserlo dal momento che quel
simbolo si è sempre più allontanato dal suo vero significato per diventare
altro, tutt'altro. Direi davvero il suo opposto.
Quel
simbolo non sta nelle case degli italiani per una libera scelta di persone
libere. Quel simbolo sta nelle scuole e negli uffici pubblici per
un'imposizione. Quel simbolo è stato ridotto ad un segno per affermare un
potere. Un simbolo del potere temporale. In senso dispregiativo, ma purtroppo
aderente alla realtà attuale, quel simbolo non è nulla di più della pisciatina
dell'animale che delimita un territorio. Personalmente ritengo che l'aver
trasformato quel simbolo religioso in un simbolo blasfemo è colpa grave.
Liberarsi non dal simbolo, ma dall'imposizione, sarebbe un dovere cristiano
prima che laico. C'è un comandamento specifico su questo. Quando leggo
"non nominare il nome di Dio invano" mi vengono in mente i tanti
politici che lo nominano per motivi elettorali ed anche la chiesa stessa per il
suo dominio sulle cose.
- Per
quanto riguarda le persone che ho conosciuto non posso dir nulla perché appunto
solo appena conosciute.
Pietro, che invece già conoscevo, è il solito, ma con
lui ci siamo altre volte scontrati su prostituzione e palestina e non ricordo
se anche per altre questioni. Ho l'impressione che nel suo "confessar
burlando" vi siano evidenti tracce delle nostre passate discussioni. Ma
non è un problema, mi va bene così.
- Sullo
specifico degli argomenti trattati, penso che l'AAdP dovrebbe essere una rete
davvero. Ma se vuole essere e rimanere tale, le sue iniziative devono essere
limitate; penso in realtà che tutte le iniziative dovrebbero avere come
promotori le associazioni o i singoli aderenti, ma non l'accademia in sé. Il
rischio, come ho sottolineato nel mio intervento, è che l'accademia si
"colori" diventando di conseguenza esclusiva e non inclusiva.
Una rete
per sua natura è neutra. In questo caso è ovvio che si tratta di una semi
neutralità, perché la ragione sociale dell'Accademia si presta a pochi
equivoci, ma se è facile essere genericamente d'accordo sulla pace, è molto
difficile esserlo sugli strumenti di realizzazione.
- Ho
sentito parlare di pace, pace e pace, ma mi par di aver avvertito anche in
quella sede il solito contrasto fra pace e guerra. Ci hanno abituati così, ma
non ha molto senso. Il contrario di guerra non è pace, ma nonviolenza. Pace è
altro. Ovvio che su questo non vado oltre perché in così poco tempo le
probabilità che io abbia frainteso sono elevatissime.
- In
quella occasione non ho parlato della mia idea di "piccolo
Satyagraha" perché non era certo la sede opportuna, ma qua posso
riassumere la questione in poche parole.
Mi
interessa la costruzione di un gruppo (inevitabilmente ristretto) di persone, che vogliano
agire politicamente mettendo in campo gli strumenti della nonviolenza e che
vogliano farlo per Massa.
Molto
semplice nella sua improbabilità.
Come è
nata questa cosa e come si è sviluppata (appena sviluppata) nella mia testa è
riassunto (molto riassunto, ma era inevitabile) nel mio sito http://carlodelnero.wordpress.com
.
Altro al
momento non saprei dire, anche perché penso che una cosa del genere, se nasce,
deve avere anche un respiro di libertà. Non può nascere già definita nei
dettagli, deve divenire per quel che accade intorno in termini di
azioni/reazioni. Pensare di stabilire in partenza strada e obiettivi è
sbagliato. Il progetto deve crescere con i progettisti.
- Per
finire.
In questa
assemblea, la maggior parte dei partecipanti provenivano dal mondo cattolico.
Io come radicale potevo sembrare fuori posto... comunque mi son trovato bene!
Credo che l'incontro fra radicali e cattolici, questo sì, sarebbe
"dirompente". Non lo penso da ieri, ma da molti anni. Tentativi
passati sono falliti, ma almeno in questo caso mi sento di poter dire non per
mia volontà. Senza rinunciare ad un oncia di me e senza chiedere ad altri di
farlo, sono disponibile a tentare questa destabilizzazione se qualcuno
dall'altra parte lo è altrettanto.
Per
finire davvero una precisazione: non sono candidato a nulla di nulla (neppure a
una riunione di condominio) quindi il fatto che questo incontro sia capitato
adesso è del tutto casuale e non avrà alcuna conseguenza da qui al 14 aprile.
saluti
Carlo Del
Nero