Egregio signor Sindaco,
abbiamo letto su Il Tirreno della sua volontà di far uscire il Comune di Massa dalla rete del progetto SPRAR. Le chiediamo un incontro urgente perché vorremmo provare a convincerla che questa non è una buona scelta per la comunità che l’ha votata alle recenti elezioni e per i cittadini massesi in generale.
Le nostre associazioni operano quotidianamente – con i pochi e limitati mezzi a nostra disposizione - a contrasto delle crescenti marginalità sociali e povertà che la crisi del nostro modello di sviluppo produce e vivono con preoccupazione il disagio che aumenta ogni giorno tra i nostri concittadini.
Siamo convinti anche noi, quindi, che ci debba essere più vicinanza da parte della politica e delle istituzioni a coloro che sono in sofferenza e che servano più strumenti e più risorse per farlo. Più strumenti e più risorse non solo economiche – cosa fondamentale – ma anche di competenze, di generosità, capacità di mediazione e comprensione per uscire tutti insieme da questa situazione di difficoltà. E non gli uni contro gli altri.
Se avrà voglia di ascoltarci vorremmo provare a farle vedere, dati alla mano, che rinunciare allo SPRAR vuol dire perdere strumenti e risorse che Lei ha a disposizione per governare le difficoltà sociali che il nostro territorio vive. E – sempre dati alla mano – che in cambio non solo non otterrà maggiori risorse per una specifica categoria di cittadini, che Lei identifica negli “italiani”, ma anzi piuttosto ne perderà di preziose.
Il progetto SPRAR permette, infatti, di prendersi carico di quei cittadini extracomunitari che hanno diritto, secondo le leggi italiani vigenti, ad avere accesso alle medesime prestazioni sociali degli altri residenti avendo ottenuto con l’audizione nelle apposite Commissioni (o i ricorsi in Tribunale) un permesso di soggiorno per motivi umanitari, di protezione sussidiaria o per asilo politico.
Con la chiusura dello SPRAR non toglierà la possibilità a questi residenti a Massa di presentare le loro richieste ai servizi sociali comunali e – nel caso in cui le risorse comunali non lo consentano – di andare a rivolgersi ad alcuni dei servizi che le nostre associazioni garantiscono come mense per poveri, posti letto, ecc. L’unico effetto pratico sarà che il Comune non potrà più beneficiare di risorse ministeriali e si aumenterà piuttosto la competizione tra poveri “massesi” e poveri “non massesi” di fronte agli sportelli dei servizi sociali e di fronte alle sedi delle nostre associazioni.
Le risorse dello SPRAR, infatti, sono destinate esclusivamente all’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati e non possono essere destinate ad altre attività e quindi Lei e la comunità non avrete nessun beneficio da questo tipo di scelta istituzionale.
Come si comporterà da domani, una volta chiuso il progetto, con quegli ospiti dei CAS (centri di accoglienza straordinaria) gestiti dalla Prefettura, che ottenuto un permesso di soggiorno si rivolgeranno legittimamente ai suoi sportelli? Lei saprà sicuramente che parliamo di qualche decina di persone ogni anno e siamo sicuri che non auspica di vederli andare a dormire alla Stazione od in qualche situazione degradata del territorio. Siamo sicuri che i Suoi uffici dovranno intervenire ed a quel punto investire risorse proprie dell’Ente.
Se il Suo obiettivo fosse, invece, quello di vedere ridurre il numero di “profughi” sul territorio sappia che la scelta di chiudere lo SPRAR non la garantisce neppure in tal senso. Anzi tutt’altro. La decisione di quanti ospiti avere sul territorio passa dal piano delle Prefetture – come Lei saprà – e quindi a fronte delle gare che la Prefettura di Massa Carrara svolge regolarmente per individuare posti letto sul territorio. Lei potrebbe, quindi, ritrovarsi un numero di “profughi” crescente sul territorio senza averlo scelto…e il sistema italiano di accoglienza prevede anche qui un unico modo per evitare questo effetto: proprio l’adesione allo SPRAR a cui Lei oggi rinuncia. Esiste, infatti, per i Comuni che aderiscono allo SPRAR la c.d “clausola di salvaguardia” ovvero il diritto di chiedere al Prefetto di non aprire altri Cas sul territorio in presenza di SPRAR, pensata proprio per i comuni più accoglienti.
Parliamo, infine, di risorse e competenze del personale, il cui costo di 15mila euro (in realtà una valorizzazione come si dice in gergo tecnico) sarebbe alla base della sua rinuncia. Lei lamenta giustamente la ristrettezza del personale di fronte ai gravi problemi sociali ed alle progettualità da affrontare per risolverli e quindi non vuol destinare nessun dipendente a seguire questo tipo di progettualità che non è tra le Sue priorità politiche.
Le vorremmo far notare due cose che, magari perché appena insediato non ha potuto verificare puntualmente: la prima è che nel corso del 2018 il Comune di Massa ha ricevuto 7000 euro aggiuntivi (70 euro per ospite SPRAR) come premio per aver ospitato rifugiati e la seconda è che la rete SPRAR ha tra i suoi obiettivi quello di mettere a disposizione dell’Ente Locale competenze e capacità nella soluzione dei problemi sociali derivanti dal far parte di un sistema nazionale e dal poter avere a disposizione un Equipe di lavoro che si occupa non solo dei 20 beneficiari del progetto, ma anche di coloro che si rivolgono ai servizi territoriali comunali, per l’impiego, della ASL ecc...come potrà verificare facilmente parlando con tutti questi uffici. Anche qui quindi il saldo è a costo zero o addirittura attivo per il Suo comune.
Speriamo di poter parlare rapidamente con Lei di tutti questi aspetti per capire tutti insieme che abbiamo bisogno di scelte responsabili di fronte a problemi complessi ed alla vita dei nostri concittadini.
Di tutti i cittadini “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” come recita l’Art 3 della nostra Costituzione.
In attesa di essere invitati quanto prima ad un incontro con Lei, porgiamo distinti saluti.
Massa, 29 giugno 2018
Il Portavoce dell'AAdP
Luca Marzario