• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Comunicato stampa dell'AAdP sulla richiesta di smantellare la Tenda del Lavoro

COMUNICATO STAMPA

Ormai, come quei cicli periodici inarrestabili, compare l’ennesimo attacco del consigliere di AN Benedetti alla Tenda del Lavoro che è stata istallata dinanzi alla Provincia di Massa Carrara, sede anche della Prefettura, come denuncia della crisi occupazionale che ha investito la nostra provincia, nella quale si sono buttati speculatori acquisendo, grazie anche ai contributi pubblici, aziende in crisi per poi accompagnarle al fallimento, senza far niente per risolvere la crisi.


E’ vero quella tenda è rimasta deserta, ma è un deserto che parla e non denuncia l’occupazione di qualche posto auto a pagamento (il così detto mancato introito da parte delle casse comunali che tanto scandalizza il Consigliere di AN), denuncia il deserto della nostra città e della politica.

Non è il degrado della tenda a doverci scandalizzare:

E’ il degrado delle nostre classi politiche, anche quelle di opposizione come emerge dalle denunce anche del conigliere Benedetti, incapaci di leggere il progressivo smantellamento della zona industriale e la conseguente diminuzione di occupazione.

E’ il degrado di una città incapace di indignarsi dinanzi alla crisi economica che l’attanaglia, facendo fronte unico dinanzi alle speculazioni che hanno attraversato il suo territorio, ma chiudendosi invece dentro i piccoli particolarismi e gli interessi do bottega.

E’ il degrado della crisi della Politica, che non riesce più a disegnare l’orizzonte verso il quale muoversi, incapace di pensare al futuro, chiudendosi dentro alle battaglie tutte interne alle stanze del potere.

E’ il degrado dell’assenza di prospettiva e dell’incapacità di indignarci dinanzi alla precarietà in cui lasciamo tante famiglie e tanti giovani.

E’ la solitudine in cui i lavoratori cassaintegrati sono stati lasciati dalle forze politiche, dall’associazionismo, dalle forze economiche, sociali e culturali della città.

E’ l’assenza dell’etica nella politica e nell’economia.

Gravi sono le parole del vicesindaco Alberti “… è una delicata questione politica… Ha perso il significato iniziale e dobbiamo trovare altri tavoli di confronto. E’ stata il simbolo della preoccupazione che c’era in città, adesso è solo una presenza fisica”, gravi perché pronunciate da chi, per cultura e responsabilità di governo, doveva essere il primo a sollecitare l’amministrazione comunale ad assumere la questione occupazionale denunciata dai lavoratori con la Tenda come principale per la città, perché dentro a questa lotta si poteva delineare un diverso sviluppo per il nostro territorio.
Ed invece abbiamo assistito solo ad atti formali, incontri istituzionali, che però non hanno modificato nulla nelle prospettive di quelle aziende.

L’indignazione deve esserci per questa politica incapace di assumere come propri i drammi di un territorio, ma che invece punta a narcotizzare tutti i conflitti.

Come Accademia Apuana della Pace, nel nostro ruolo piccolo e marginale che svolgiamo nel territorio, siamo indignati di questi degradi e queste assenze e chiediamo non di smantellare la tenda, ma di far si che la tenda diventi un momento per ricostruire un diverso protagonismo sociale, una diversa cittadinanza attiva, una pratica politica fondata sulla solidarietà e non semplicemente sull’economia del più forte.
Chiediamo questo alle forze politiche, sociali, culturali, morali del nostro territorio. Chiediamo alle associazioni, ai gruppi spontanei, ai sindacati di far si che la consapevolezza del vero degrado del nostro territorio sia il punto di partenza per una diversa rinascita sociale e politica, che veda davvero sorgere ancora più Tende e spazi dove denunciare e praticare forme nuove dell’agire politico.


Il Senato AAdP

Massa, 7 gennaio 2007