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Fascismo e antifascismo

Quando vado nelle scuole per incontri, in rappresentanza dell'istituto Storico della Resistenza Apuana e dell'ANPI, cerco soprattutto di far capire ai ragazzi che l'antifascismo è alla base della nostra democrazia, cioè un suo fondamento. Spiego cioè che l'antifascismo non è semplicemente l'opposto del fascismo, o addirittura come alcuni malignano il suo specchio, ma qualcosa di molto più profondo.  Dire no al fascismo, storicamente in senso oggettivo, ma anche personalmente, fu un rigetto di coscienza, perché significò dire  no al totalitarismo, quindi alla mancanza di libertà. Da tale atto  scaturì lo scoprire che non c'è solo un pensiero unico, ma la possibilità di scegliere, e anche di sbagliare, e poi ancora il capire che esistono differenze ed anche diversità, e che nessuna di esse è in assoluto superiore alle altre, anzi che è necessario il confronto tra di esse, etc, etc. Insomma né più né meno appunto la base su cui si fonda la democrazia, e quindi un valore che ci può ancora guidare sia a livello privato sia a livello sociale. Rivendicarlo nella sua valenza vuol dire anche fare i conti veramente con il fascismo e con ciò che è stato, atto che gli italiani non hanno mai compiutamente definito, e che per così dire stentano ancora a compiere, il che rappresenta un male.  Così alla fine cerco di chiarire che in base a ciò, e non per una qualche scelta ideologica o di parte, non si può accettare il livello di discorso di  coloro che dicono che fascismo e antifascismo pari sono, e che bisogna superarli entrambi. E infatti a questo discorso io non ci sto proprio, e non ci dovrebbero stare tutti i cittadini che si dicono democratici.
Massimo Michelucci - vice presidente dell'ISRA (Ist. Storico della Resistenza Apuana)