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Il grillofascismo: il linguaggio della schiavitù

«Una pistola alla tempia. Merda. Stronzi. Vaffanculo. Siete circondati. Chi vota per i partiti danneggia l’Italia. Bocche cucite. Lista nera dei giornalisti. Diamo ad Al Qaeda le coordinate per bombardare il Parlamento…»

di Mario Pancera

Esperta di arredamento per ricchi e organizzatrice di Vaffanculo day, la capogruppo grillista alla  Camera, Romana Lombardi in questi giorni ha subissato di minacce e volgarità i suoi stessi deputati e sostenitori. Stando ai notiziari tv, le ha pure ribadite: «Merda e stronzi» sono state le più usate. Non è molto esperta di storia italiana, come ha dimostrato subito dopo le ultime elezioni, ma conosce altri motivi per fare parlare di sé. Non è il caso di fare ironia (viene da sé), ma se pensiamo che pochi mesi fa attorno ai grillisti si alzavano le bandiere con i nomi del giurista Stefano Rodotà, di Gino Strada fondatore di Emergency, del premio Nobel Dario Fo, della giornalista Milena Gabanelli si ha un’idea del caos che il grillismo ha portato nel nostro Paese.

Il caos – che è politico, morale, sociale – non dipende certo dal linguaggio, ma il linguaggio ne è un sintomo chiaro. Questo è un linguaggio pubblico immorale. Queste sono parole e frasi che tutti abbiamo sentite nelle piazze e alla tv anche in bocca al leader del Movimenti 5 stelle. Black list di giornalisti, missili di Al Qaeda sul Parlamento italiano, tutti dannosi i votanti per altri partiti… Questo è un linguaggio per gli schiavi. Stiamone lontani. Gli scontri politici verbali hanno raggiunto livelli impensabili. Il vocabolario volgare e offensivo esploso contro chi ha idee diverse, è inaccettabile.

Chi, alla guida di qualsiasi «vecchio» partito avrebbe parlato così? Un democristiano, un comunista, un liberale, un socialista, un repubblicano, un radicale: chi di costoro avrebbe aggredito a questo modo gli avversari politici? Soltanto chi fa della violenza un motivo della lotta disumana tra persone di opinioni diverse.

Abbiamo avuto il fascismo nel secolo scorso, ora abbiamo il grillofascismo: i grillisti pensano di emancipare il popolo, pensano di potersi ergere ad alfieri della libertà e della dignità dei lavoratori chiamando «cittadini» gli italiani nello stesso tempo in cui riversano su di loro valanghe di  improperi ed espressioni francamente rivoltanti?

Una voce dalle quinte: perché un articolo così corto?

Seconda voce: ha dimenticato la minaccia dei fucili.

Terza voce: fermiamoci qui. Passerà la nottata.

Mario Pancera