Gli amici non capiscono la mia acrimonia verso Renzi, alcuni mi rimproverano un pessimismo preconcetto per cui mi invitano a dargli tempo, a metterlo alla prova, che è poi la richiesta che fa lui. Sono tutti amici cui voglio molto bene, non respingo i richiami, provo anzi a spiegarmi.
A - I lamenti di Renzi mi ricordano troppo quelli di Berlusconi (il lasciatemi lavorare, la burocrazia che ferma il rinnovamento legislativo e le grandi opere, la giustizia che è un potere malvagio, il parlamento inconcludente da mandare a casa, etc). Ammetto che in ciò agisce un po’ di pregiudizio verso gli scemotti.
B - Renzi prefigura delle soluzioni che non si allontanano da quelli di altri leaders europei, anzi diciamola tutta, che sono perfettamente inserite in una logica di sistema che dovrebbe essere invece superata da una azione di sinistra che guarda veramente al futuro.
Ammetto, ancora, che anche in questo convincimento può agire una ideologia desueta come quella classista, per cui io sarei anche un uomo obsoleto del Novecento legato a categorie politiche ormai superate come destra e sinistra.
C - Non sto a contestare comunque questo secondo richiamo (anche se lo meriterebbe) perché tanto c’è un’ultima motivazione, la più profonda, sulla quale difficilmente mi si potrà scardinare, riguardando essa la filosofia politica che agisce in base alla logica concreta della cosiddetta prassi. Tutte parole avulse dal dibattito odierno, ma di ciò se permettete me ne vanto!
Ebbene la soluzione politica di Renzi è autoritaria, puzza di Cesarismo, ad esser più benevoli di Cincinnato, si sente in essa, per dirla amichevolmente, odor di direttorio. Questa politica non è mai riuscita vincente e ci permette di contestare non solo Robespierre, ma anche i nostri Lenin ed i nostri Mao, per non parlare del “Piccolo padre” Bessarione. Se sono quindi disposto a prendere coscienza riguardo ad alcuni dei miti che mi hanno anche formato politicamente, e che è innegabile, al di là degli immani errori, hanno cambiato la storia del mondo, figurarsi se non posso buttare a mare senza alcuna remora il Renzi, che a confronto loro non può che apparirmi vacuo.
Dove sbaglia Renzi è quindi nella sostanza. E commette un errore che purtroppo hanno commesso politici ben più grandi di lui, a cui addirittura non si può nemmeno lontanamente commisurare.
Non esiste, infatti, un piedistallo da cui guidare ed ordinare le soluzione dei mali sociali, dal quale istaurare la calma e l’ordine, e accompagnare il popolo ed i popoli alla terra promessa. La società è e sarà sempre un perenne conflitto che può e potrà essere affrontato, e credo comunque mai risolto, immergendosi in esso da pare di tutti, in una continua e perenne partecipazione al dibattito ed alle scelte. La logica del solo potere, anche se si avvolgerà nel nuovo, sarà sempre una soluzione contingente.
Questo l’unico spazio , la nuova e antica strada, in cui credo e che definisco di sinistra.
C’è una sinistra, ebbene sì c’è ancora una sinistra sia nel nostro paese sia nel mondo, che questa situazione l’ha capita, facendo i conti anche con la propria storia, sarà anche minoritaria, ma io mi ci riconosco.
Renzi non ne fa sicuramente parte.
Mi riesce solo di concedere: peccato!