Nel 1796 Massa fu invasa dai francesi e finì nella Repubblica Cispadana e poi Cisalpina, nel 1799 tornarono gli austriaci, i giacobini furono processati, uno di questi dichiarò che lui era contro i principi perché quando Maria Beatrice veniva a Massa faceva mettere le catene nelle strade attorno al palazzo ducale in modo che il traffico dei barrocci non la disturbasse quando dormiva. Annoto divertito che questa fu la prima Zona a Traffico Limitato in città (o forse anche in Italia? o in Europa?). Il traffico veniva chiuso in favore del sovrano, oggi le piazze sono state chiuse per farle vivere ai cittadini, sono questi quindi ad essere trattati come principi, finalmente!
Le due piazze pedonali sono stupende, quella degli Aranci è maestosa, con il frontale del grande palazzo ducale che Ungaretti considerava più bello del Louvre. Quella del Mercurio è una chicca rinascimentale che ha fatto innamorare molti artisti, per tutti ricordo l’entusiasmo di Nureyev, che vi ballò.
Ma non sto pensando solo agli uomini di cultura, anzi mi attirano di più i fruitori anonimi e comuni. Ne osservo spesso con attenzione il comportamento. Le famiglie sembrano stare a casa. Gli occhi dei bambini sprigionano una gioia tanto inattesa e grande che mi ricordo di aver visto solo nei cani di città quando arrivavano al prato di Piazza dei Miracoli a Pisa, dove potevano, almeno un tempo, correre liberi. La visione forse più vera come al solito la danno gli anziani che arrivano in bicicletta, la appoggiano a fianco alla panchina, si siedono tranquilli e leggono il giornale. Proprio un'altra misura, un altro ritmo, per la vita, quello giusto.
Ho anche notato, soprattutto in Piazza degli Aranci, una certa titubanza, la provoca lo spazio grande e vasto a disposizione, non ci si è abituati in città ad un luogo per il camminare, libero da ostacoli, in pratica “dedicato”. Ho controllato: gli utenti devono adeguarsi, imparare un passo nuovo, ma quando poi nei giorni lo acquisiscono vedi in loro gonfiarsi il petto, tanto che si dilungano nell’attraversamento, compiaciuti, cioè rallentano. Sono come impegnati in una ricerca, quella della lentezza, un bene che non esiste più e che lì invece avvertono che possono ritrovare e gustarsi in pace.
Insomma le piazze usate dai pedoni sono un godimento per la vista e per l’animo.
Quando le lasciano negli occhi dei “camminanti” si vede rispuntare il terrore, basta che incrocino un auto, od anche che ne sentino solo il rumore.
In tanto paradiso, e non sto esagerando perché tra le due piazze esisteva un tempo proprio la Via del Paradiso, che oggi si chiama dei Giardini, c’è ancora un neo ed è la mancanza di parcheggi vicini che sono il grosso cruccio di residenti e negozianti. La pecca è sicuramente grave ed io, che non sono un politico, non so certo indicarne soluzioni, anche se mi immagino che ci si stia pensando e che a breve ci saranno. Posso fare però un augurio. Per i residenti la dolcezza di vivere in spazi a misura d’uomo, che è privilegio non solo poetico, ad esso aggiungo in senso un po’ più crudo il vedere accrescersi il valore dei loro immobili. Per i commercianti un proficuo sviluppo delle loro attività che è cosa ormai appurata si verifica nelle isole pedonali di tutte le città. E se proprio una attività si troverà in difficoltà per le sue specifiche caratteristiche credo e spero che sia agevolata e aiutata, in tutti i sensi, a trovare un’altra sistemazione.
Ma la bellezza delle piazze vivibili, rese davvero bene comune di tutti, lo rimarco, è sostanza, ed un grande risultato per la nostra città.
Massimo Michelucci