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Assenza e bisogno di partecipazione

Nel risponderti , cara AAdP ,mi riferisco anche al bel commento di Barbara sul pensiero circa Gandhi e il Gandismo.
Condivido quanto esprimete con linguaggio accorato e realisticamente rivolto al nostro quotidiano. Cosa manca in effetti è la partecipazione che fa l'azione. Una partecipazione nel migliore dei casi legata al tempo che ciascuno di noi dedica o meglio ancora ritaglia dalla propria vita individuale troppo legata ai bisogni voluti o creati dalla società in cui viviamo. Il problema non sta nel senso che può avere una  aggregazione di associazioni come l 'Accademia Apuana della Pace operante sul territorio da lungo tempo, ma nel fatto  di come e se questa aggregazione si faccia corpo unico, avendo pochi e non dispersivi obiettivi mirati alla valutazione dei problemi socio politici del momento.
Mi si può obiettare che non siamo certosini e che il tempo della vita è limitato, ma se ci poniamo obiettivi comuni e la nostra analisi arriva ad individuare e compartecipare azioni comuni che vanno oltre il territorio in cui  viviamo, allora forse riusciamo a non farci domande inutili.
E' vero che per molti di noi l'azione collettiva a cui siamo chiamati, senza talvolta essere stati coinvolti nel momento della progettualità, costituisce un optional piuttosto che un must ma è qui, come altre volte ci siamo detti, che entra la necessità di coinvolgere e coscientizzare altri da noi. In che modo? Questo dobbiamo valutarlo e deciderlo nella collettività dell'associazionismo di cui come maxi aggregazioni siamo referenti.
Consideriamo anche che il tempo della nostra vita è scandito da telegiornali e talkshaw veloci, che ci pongono la notizia o le notizie in modo tale che ci sentiamo impotenti ad effettuare una riflessione approfondita su una miriade di accadimenti, tutti espressi come fatti unici ed eccezionali.
La nostra impotenza è dovuta spesso anche alla nostra mancanza di umiltà e dal bisogno di autoreferenzialità che se alcune volte può essere produttivo, molte invece sortisce l'effetto contrario.
Ma secondo me è sopratutto dovuta alla marginalità in cui releghiamo scelte importanti come l'aggregazionismo e i modi nuovi o perlomeno aggiornati in cui questo aggragazionismo si esprime o dovrebbe esprimersi.
Siamo sempre gli stessi? Non è vero siamo gli stessi più uno nuovo, mentre prima eravamo gli stessi più dieci. Come recuperare gli assenti? E' un compito che dobbiamo darci oltrechè un problema da affrontare.Ora siamo pochi? Sì, ma allora dobbiamo agire come se fossimo molti , per i molti che speriamo di diventare e quindi è il momento delle rinunce e del lavoro duro.
Importante è non pensare, come asseriva mio suocero, che il nostro campo dia le patate migliori o la nostra barca sia eccezionalmente sicura, come asseriva un noto capitano parlando  della propria goletta, che finì sugli scogli della Meloria.
Il Notiziario è per tutti noi una cosa seria e meritevole di qualunque attenzione possiamo darle, perchè mezzo efficiente di informazione e comunicazione. Non possiamo rinunciarvi perchè è punto di riferimento e al tempo stesso indicatore delle potenzialità intellettuali e di azione nell'area in cui viviamo.
Attraverso questo mezzo possiamo chiamarci e vederci.

Grazie per l'attenzione
Magda

12 marzo 2010