Parlo da storico precario, nel senso che ho passione per la storia ma senza titoli, però mi sento di poterlo fare quando leggo la superficialità con la quale storici rinomati trattano del Risorgimento, per cui Gioberti, che voleva un insieme di stati sotto la guida del Papato, è definito un alfiere del federalismo.
Confesso subito che io sono tra gli italiani senza l’elmo di Scipio, nel senso che non solo mi manca come qualità, ma che proprio avverso il richiamo retorico ed enfatico, che può essere solo treno per la degenerazione nazionalistica. Per essere ancora più crudo dirò che non ho la testa adatta neanche a qualsiasi altro tipo di elmetto, che può essere solo simbolo di guerra, e che con Don Milani se proprio dovessi pensare ad una guerra giusta mi riferirei solo a quella dei partigiani, la cui divisa anarchica guarda caso era fatta di berretti e fazzoletti, e che si qualificavano come patrioti.
Certo il popolo italiano porta le conseguenze del ventennale regime fascista che ha fatto nascere disamore verso i simboli del paese con il suo nazionalismo da macchiette. Negli anni del sessantotto un adesivo tricolore su un auto qualificava il proprietario come fascista, e la sinistra ha fatto l’errore (ce lo ha insegnato in maniera autocritica un grande vecchio come Vittorio Foa) di abbandonare alla destra il valore dell’identità, che è cosa connaturata a tutti gli uomini. Un po’ come oggi che davanti a chi ci rappresenta nel mondo viene d’istinto di dire io non sono come lui, se questo è l’essere italiano io sono anti, gli italiani sono altra cosa.
La bandiera al fine a sinistra l’abbiamo così riscoperta solo nel 1982 con il calcio, meglio tardi che mai! Ed una certa affezione bisogna riconoscere la attira e non solo in tale campo.
Quindi con piacere ubbidirò al sindaco della mia città che ha invitato i cittadini ad esporre nelle loro case la bandiera nazionale in occasione della festa per il 150° anniversario dell’Unità.
Da storico precario spiegherò al mio nipotino che il portabandiera delle leghe di resistenza degli operai dell’inizio Novecento (altra cosa delle leghe attuali) non era lo scemo di turno, ma quasi sempre l’elemento più valido dell’associazione, quello che meglio incarnava lo spirito del gruppo, quello spirito che la bandiera rappresentava, meglio, molto meglio di come oggi rappresenta lo spirito di una nazione la TV che lui purtroppo guarda sempre.