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A proposito del referendum sull'art. 18

E' certamente giustificabile l'idea di rispettare le disposizioni della Corte Costituzionale, specie nel quadro istituzionale esistente.

Tuttavia è impossibile non ricordare che quando il referendum abrogativo proposto era finalizzato al consolidamento del potere (contro i lavoratori e le lavoratrici italiane), la Corte non si fece scrupoli nel consentire referendum “creativi”. Pochi in questi giorni hanno ricordato l'orrore del referendum del '93 che stravolgendo la legge elettorale proporzionale, propria ad una repubblica parlamentare, introdusse il sistema maggioritario come obbligo a fronte del vuoto legislativo che quel quesito referendario, manifestamente illegittimo, aveva creato. Ne paghiamo ancora le conseguenze.

La verità è che un sistema istituzionale come il nostro può sopportare, consentire e perfino agevolare qualunque strappo di legalità, purché esso sia a consolidamento del potere.

Questo non giustifica - ed anzi ne rende ancora i più evidenti i limiti gravi – la decisione della CGIL che alla fine del 2014 interruppe le mobilitazioni in difesa dell'art. 18 (che erano in quel momento in piena crescita) raccontando che non di una resa si trattava, ma dello spostamento tattico sul terreno della mobilitazione referendaria. Era una resa, purtroppo è innegabile.

La mobilitazione del mondo del lavoro, nelle fabbriche e nelle piazze, avrebbe peraltro reso ancora più forte lo stesso impegno referendario e oggi avremmo una risposta già pronta e organizzata a quanto è accaduto. Tuttora ci chiediamo perché la lotta e la raccolta delle firme non potessero andare di pari passo e la seconda abbia soppiantato la prima.

Resta inteso che i due referendum superstiti (voucher e appalti) meritano, nel dettaglio dei loro contenuti, la giusta attenzione. Non sarebbe inutile che in entrambi vincesse il sì, non sarebbe inutile quanto meno per i lavoratori e le lavoratrici coinvolte. Purtroppo però il senso politico di tutta l'operazione si è ulteriormente indebolito.

Comunque, inutile abbatterci. Di cose da fare ne restano tante.


Fonte: Post pubblicato su fb