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Acqua pubblica, ecco perché ho firmato

L'acqua come l'aria è essenziale per ogni essere vivente e non può essere sottoposta a logiche di mercato. Sono assolutamente contrario alla privatizzazione dell'acqua: dobbiamo evitare di consegnare le reti idriche nelle mani di pochi capitalisti senza imporre loro alcuna regola che li obblighi a proteggere l'essenza di quello che è un bene naturale appartenente a tutti. Ma affinché questo bene sia davvero di tutti è necessario gestirlo, ovvero creare le reti idriche, assicurarne la manutenzione, occuparsi della depurazione, essere in grado di fare fronte alle emergenze e controllare i rischi di inquinamento. A volte, è inutile negarlo, il servizio pubblico non è all'altezza di gestire tutto questo e chi ne soffre le conseguenze sono i cittadini per i quali il servizio non è sempre garantito. Per questo va riconosciuto che non esiste una formula unica ed insostituibile per la gestione dell'acqua.
Quello che dobbiamo impedire è che venga amministrata da chi per mission potrebbe avere quello dei dividendi per gli azionisti aziendali e non il bene degli individui. L'acqua è un servizio di interesse generale anche agli effetti delle leggi dell'Unione Europea: è, infatti, riconosciuto il diritto dei singoli stati di darsi normative che anche sottraendosi alle regole di mercato garantiscono l'equità del servizio. È banale e superficiale ridurre la questione ad un conflitto tra pubblico e privato. Se guardiamo al passato è facile individuare situazioni utilizzabili come punti di riferimento. Come ad esempio la gestione dei terreni ai tempi delle prime formazioni comunali: la creazione di enti privati di diritto pubblico con un regolamento per l'assegnazione delle terre per il diritto d'uso e di coltivazione.
Insomma, bisognerebbe ispirarsi agli esempi più virtuosi che provengono dal pubblico o dal privato senza pregiudizi ideologici e concentrarsi sulle modalità più eque ed efficaci per garantire i servizi a cui tutti dovrebbero avere diritto perché basati sulle risorse della nostra terra, dei mari e dell'acqua.
Attualmente un miliardo di persone nel mondo non ha accesso all'acqua potabile, ed è molto probabile che questa cifra aumenti. Se non amministriamo in maniera intelligente questo bene prezioso potrebbe divenire scarso per le future generazioni. Possiamo correre questo rischio?
Anche per questi motivi ho firmato il referendum contro la privatizzazione dell'acqua, perché al di là della contingente situazione italiana ho sempre ribadito con forza e convinzione questo concetto, assumendo una posizione netta e precisa.
Al tempo stesso un gruppo di democratici di Cambialitalia (www.cambialitalia.it) guidati da Vittorio Angiolini e Rosa Calipari sta elaborando la proposta di uno Statuto dell'Acqua i cui valori rappresenteranno il nostro contributo per il voto dell'Assemblea Nazionale del Partito Democratico il 21 ed il 22 Maggio.
Su un tema così delicato per gli esseri umani il Partito Democratico deve pronunciare dei no e dei sì netti.

Fonte: Il Manifesto del 12 maggio 2010