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Deaglio e Grillo

Non capisco proprio l’acrimonia, la supponenza e forse anche l’odio nei confronti di Grillo in uomini di sinistra in teoria liberi da condizionamenti di partito.
Enrico Deaglio, per esempio,  ha titolato un suo intervento sull’ultimo Venerdì di Repubblica: “Il Grande Vuoto che esaltò la destra e che oggi ci rifila un Grillo”. Mi chiedo se per un uomo di sinistra non era più opportuno, se non addirittura doveroso, riflettere che il Vuoto esistente oggi nella pratica concreta ci ha rifilato un governo Monti-Fornero, tecnici capaci solo di dirci che occorre fare 100 di cassa per non fallire, e che tale 100 lo si realizza tassando per 90 quelli che meno hanno e per 10 quelli che hanno di più; e che di fronte al rilievo che la cosa è ingiusta confessano candidamente che capiscono l’osservazione, ma che fare il contrario non è tecnicamente possibile, e finita lì.

Io sono allibito che di fronte a cose simili, davvero importanti e gravi,  a sinistra si continui invece a prendersela con Grillo.

A meno che, unica spiegazione che viene in mente come possibile, sia la classificazione “uomini di sinistra” ad essere errata, trattandosi più praticamente di “soloni”, che come si sa non hanno colore.

Ma anche dei soloni i cittadini sono ormai stanchi e accadrà a tutti loro quel che è accaduto a Galli Della Loggia che ha pontificato sulla necessità di rinnovamento ed al quale è stato osservato, anche con benevola ironia: “Giusto! Comincia tu a metterti da parte”.