due settimane nel Salvador devastato dalla violenza e da una criminalità organizzata che controlla intere zone del Paese;
due settimane sulle strade percorse da mons. Romero e da Marianella, sui luoghi del loro martirio e di quello di tanti altri, come Ignacio Ellacurìa e gli altri docenti dell’Università dei gesuiti, come padre Octavio Ortiz e i quattro giovani uccisi con lui, come padre Rutilio Grande e i due campesinos assassinati mentre lo accompagnavano ad una messa;
due settimane nel Salvador di chi cerca di far fruttificare il sangue dei martiri: dalle comunità di base alle Università dei Gesuiti (la Uca), dal Movimiento salvadoregno delle donne alla Università dei salesiani, dai volontari e dai gruppi impegnati in progetti di solidarietà alla Università Luterana, dalla Fondazione mons. Romero agli anziani mons. Gregorio Rosa Chavez e mons. Ricardo Urioste che furono stretti collaboratori dell’arcivescovo assassinato, dal responsabile della pastorale per i migranti, padre Mauro Verzeletti, all’ex rettore della Uca padre Tojeira, da sacerdoti e religiose in prima linea nel lavoro di evangelizzazione e promozione umana come suor Eva Romero, padre Gregorio Landaverde e i loro collaboratori ai semplici cittadini che non si rassegnano alla violenza e all’ingiustizia sociale, come Luis Cotero e Sonia Lara;
due settimane di confronto con coloro che furono i protagonisti della resistenza alla dittatura e che oggi sono alla guida del Paese: da alcuni parlamentari al segretario di cultura della presidenza della repubblica, dalla vice ministro degli esteri a Mirna Perla già membro della Corte Suprema di giustizia;
due settimane per ritrovare la tomba di Marianella Garcia Villas e far rivivere la sua memoria;
due settimane per conoscere il lavoro di chi continua nella difesa e promozione dei diritti umani: dalla Commissione che anni fa fu guidata da Marianella al Codefam che continua nella ricerca di quanti ancora risultano desaparecidos, dal “Museo de la palabra y la imagen” un luogo dove si vuole mantenere viva la memoria storica del Paese all’Ambasciata italiana impegnata a sostenere quanti lavorano per un nuovo Salvador.
Un incontro sul Salvador di ieri e di oggi, su un paese pieno di contraddizioni e di problemi ma anche carico di speranza e ricco di persone che stanno costruendo un futuro di pace e di giustizia.
Anselmo Palini[1]
[1] Anselmo Palini è autore di Oscar Romero. “Ho udito il grido del mio popolo” editrice Ave, Roma 2010 con prefazione di Maurizio Chierici e di Marianella Garcia Villas. Avvocata dei poveri, compagna degli oppressi, voce dei perseguitati e degli scomparsi, editrice Ave, Roma 2014, con prefazione di Raniero La Valle e postfazione di Linda Bimbi. Anselmo Palini è autore anche del libro Pierluigi Murgioni. Dalla mia cella posso vedere il mare, editrice Ave, Roma 2012, prefazione di Domenico Sigalini. A Pierluigi Murgioni, che pagò la propria fedeltà al vangelo di pace e di giustizia con oltre cinque anni e mezzo di carcere duro e di torture in Uruguay al tempo della dittatura militare, si deve la traduzione in italiano del Diario di Oscar Romero (editrice La Meridiana).