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Il due giugno

Il nostro due giugno non vuole essere semplicemente una ricorrenza rituale, spesso consumata con gesti che poco hanno a che vedere con il significato profondo della nascita della nostra giovane repubblica.

Il nostro 2 giugno è dedicato esclusivamente alla Costituzione della nostra repubblica, che, sebbene ancora disattesa in moltissime parti, qualcuno vorrebbe già pensionarla, coprendo, con un velo di oblio, la storia che ne hanno determinato la nascita.

Una Costituzione che nasce dalla Resistenza alla dittatura fascista e al nazismo: la resistenza dei partigiani sulle montagne, la resistenza della popolazione civile che si è silenziosamente ribellata al fascismo.

Non è possibile dimenticare questo, sarebbe davvero un tradimento della nostra costituzione: la necessaria riconciliazione non è oblio, non è una revisione della storia, non è equiparazione dei ragazzi antifascisti e di quelli di Salò. La riconciliazione nasce dall'assunzione delle proprie responsabilità e dalla riaffermazione della lotta di liberazione. Non chiediamo vendetta, ma nemmeno revisionismi vari: una riconciliazione vera che sia rifafermazione dei valori fondanti della Coatituzione.

Il nostro due giugno è un monito ad uno dei principi fondamentali della nostra carta costituzionale, che nasce dagli orrori della guerra, sancito dall'art 11: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Principio fondante che è stato disatteso e tradito in tutti questi anni, non solo dai conflitti in cui i governi ci hanno trascinato, ma dal fatto che nulla è mai stato fatto per dare gambe, risorse e contenuti alla necessità di mettere in essere forme organizzate di difesa civile e di gestione dei conflitti, sia interni che esterni.

Proprio in questi giorni sono state depositate le firme per la proposta di legge “Un'altra difesa è possibile”, vedremo come si collocheranno i partiti rispetto a questa e rispetto all'attuaizone dell'art. 11 della Costituzione.

Il nostro due giugno vuole soffermarsi sull'articolo 1, “L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro” e sull'art. 4, La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto, riconoscendo così che solo tramite il lavoro, la sua tutela e i suoi diritti vi può essere spazio per la dignità umana. Le schiere di disoccupati e di poveri ci dicono che il fondamento del lavoro è passato in secondo piano, cedendo il passo all'economia, alla disuguaglianza alla violazione dei diritti.

A chi prospetta una società blindata e fortificata, in questo due giugno, ricordiamo gli articoli 2 e 3, “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”, “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Una Costituzione nata sulle ceneri di un regime che ha violato ogni forma di diritto di ogni persona, a prescindere dalla nazionalità, ci impone il dovere di tutelare i diritti, proteggere le persone che sono costrette a fuggire dai loro paesi... ci chiede di costruire un sistema sociale capace di includere e non di escludere.

Il nostro due giugno è questo... non sono le parate dei militari, quando nulla si fa per costruire modelli di difesa e di risoluzione dei conflitti alternativi, non sono le dichiarazioni sul numero di posti di lavoro, quando poi queste nascono sulla violazione minima dei diritti e, in qualche modo, sempre a vantaggio dei poteri forti.

Il nostro due giugno vuole stare dalla parte degli ultimi, dei senza voce, di quanti vedono calpestati i propri diritti, degli esclusi tutti, senza distinzione di etnia o nazionalità... questo è il nostro due giugno!!!

Accademia Apuana della Pace

ANPI Massa