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Il rischio di non riuscire a rimanere umani

"Persone di serie A e persone di serie... Z". 314 operai bruciano vivi in due fabbriche tessili di Karachi e Lahore, imprigionati nei loro stabilimenti, come schiavi!

Una tragedia di questa portata completamente ignorata dai media, che sicuramente invece gli avrebbero dato una rilevanza diversa se fosse successo in occidente.

In questa ubriacatura di globalizzazione, in cui i padroni sono i mercati e la finanza stiamo smarrendo il senso di umanità e giustizia, il senso che il diritto al lavoro è il diritto ad un lavoro sicuro, tutelato, retribuito con equità. Il richiamo al "rimanere umani" di Vittorio Arrigoni risuona quanto mai attuale e vivo.

In questa ubriacatura di globalizzazione la stragrande maggioranza delle culture politiche hanno delegato sovranità alla finanza e mercato, accettando, inesorabilmente, lo smantellamento di quella impalcatura dei diritti dell'uomo e dei lavoratori conquistate con lotte per realizzare un sistema sociale e delle relazioni diverse.

Poiché i mercati e la finanza imperano, in questo gioco tremendo, nel quale le persone sono solo pedine, sembra essere inevitabile accettare la perdita di diritti e di tutele.

Ci stiamo assuefacendo a tutto... forse, come diceva la Harendt, è proprio iniziando da questa passività che dobbiamo lottare, per ritrovare il senso della dignità umana, della globalizzazione dei diritti verso l'alto, della declinazione dei beni comuni, tra i quali sono centrali diritti e tutele.

Gino Buratti

Editoriale del notiziario n. 394 del 14 settembre 2012