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La libertà è un dovere

La menzogna è uno stato di guerra, come la schiavitù: si è nelle mani di signorie che tiranneggiano i sudditi a puro scopo di sfruttamento. Di queste signorie si conoscono i nomi, ma il loro potere è talmente vasto e aggrovigliato nei cinque continenti che la moltitudine di servi non riesce a fermarle. Faccio, come sempre, qualche esempio. Si legge che nello Yemen l’esercito ha catturato il capo locale di Al Qaeda, i mass media mostrano l’esultanza dei politici: non ci sarà bisogno di invadere anche lo Yemen per sconfiggere il terrore; ma non è vero, passano 48 ore e, come se niente fosse, i mass media dicono, appunto, che il capo di Al Qaeda è ancora là: non era vero niente. Poi si legge che in Pakistan è stato ucciso un capo del terrorismo: dopo altre 48 ore, la notizia viene ribaltata: non è vero. Passano alcuni giorni e torna ad essere vero. Siamo liberi in un labirinto: cioè, siamo schiavi. Dobbiamo inventarci un filo, quando entriamo in questo mondo, per poter ritrovare almeno la porta d&rsq uo;entrata, altrimenti si perde la ragione.
Non parliamo di quel che si legge sull’antrace, sulle valigie esplosive, l’inquinamento, la Borsa, le carceri, l’Afghanistan, l’Iraq, la Palestina, e così via. L’Onu tratta con i talebani, si dice: non è vero, si risponde (fino a ieri, infatti, era peccato mortale parlare di patti con i terroristi), poi si riafferma che è vero. L’Iraq è ormai pacificato, possiamo andarcene dicono gli Occidentali: non è vero, sciiti e sunniti si massacrano a centinaia (kamikaze nelle moschee e nei mercati). In Palestina non si usano le bombe al fosforo: non è vero, e proprio nei giorni della memoria della Shoah, Israele ammette che alcuni suoi capi ne hanno ordinato l’uso nell’operazione «Piombo fuso». Le notizie false o falsificate non sono decine o migliaia, ma milioni.
Ne risulta una camicia di Nesso che avvelena l’umanità. Se non si impazzisce, ci si istupidisce e, alla fine, si rischia di gettare la spugna: lasciar fare agli altri, stare quieti, piegarsi come l’erba sotto il vento per lasciar passare la tempesta. Il fatto è che la tempesta non passa mai. Quali che siano, le signorie hanno il potere del denaro: comprano tutto, i corpi, le idee, le coscienze. Convincono i poveri che solo il denaro è il dio dell’universo. Poiché non tutti si piegano, nascono le rivolte e le rivoluzioni. La libertà non è un semplice diritto: è dovere dell’uomo ottenerla.
Con il denaro si alimenta il terrore. Appaiono in tv individui poverissimi, vestiti di stracci che vivono in baracche, case fatiscenti o caverne, ma maneggiano costosi fucili mitragliatori, possiedono missili e lanciamissili, che vengono loro forniti dalle stesse signorie che vendono le armi ai loro nemici: tutte guadagnano denaro e potere dalla loro morte. Non sappiamo chi siano: li chiamano con mille nomi. I loro «villaggi tribali» vengono bombardati da droni, cioè aerei telecomandati: 10 morti, 15 o venticinque, compresi donne, vecchi e bambini. Praticamente tutti straccioni e analfabeti. Che libertà ha uno straccione analfabeta? E noi, cui è ignota la verità?   
Mario Pancera