Una donna su cinque in Europa è stata vittima, almeno una volta nella vita, di violenza. Ieri mattina, a Strasburgo, in occasione della Giornata internazionale per contrastare le mutilazioni genitali femminili, è stata votata la risoluzione contro la violenza sulle donne.
Un documento con cui la Commissione europea Femm sollecita la Commissione sullo Status delle donne (Csw) delle Nazioni Unite, che si riunirà a New York dal 4 al 15 marzo, a sviluppare un Piano globale per l’eliminazione della violenza contro le donne, coordinato a livello nazionale, europeo e internazionale. «La violenza contro le donne persiste in tutti i Paesi del mondo come la violazione più diffusa dei diritti umani, rappresenta — si legge nel documento — uno dei principali ostacoli al conseguimento della parità di genere e dell'emancipazione femminile, interessando donne e ragazze indipendentemente da fattori quali l'età, la classe sociale o la situazione economica, danneggia le famiglie e le comunità, comporta notevoli costi economici e sociali e limita e compromette la crescita economica e lo sviluppo».
Le europarlamentari hanno sottolineato la necessità di maggiori risorse per Campagne di informazione e prevenzione, per rimuovere alla radice discriminazioni socioculturali e stereotipi che sono alla base degli abusi di cui sono vittime le donne: dalla violenza domestica e psicologica a quella subìta sul lavoro, dalla violazione dell’integrità del corpo (compresa quella perpetuata dai media) ai casi di violenza in situazioni di disabilità e a danno delle donne appartenenti a minoranze, fino alle mutilazioni genitali femminili (mgf) e agli stupri subìti dalle donne durante conflitti e crisi umanitarie, diventati nel tempo strumento di guerra.
Riguardo alle mgf si è ricordato come, secondo i dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità, già 140 milioni di donne e bambine convivono con un’escissione genitale e due milioni di bambine sono a rischio; un fenomeno che, nonostante quel che comunemente si pensa, non riguarda solo l’Africa, ma anche 500mila donne e bambine che vivono in Europa. Nonostante lo scorso dicembre l’Onu abbia adottato all’unanimità una risoluzione che chiede a tutti i Paesi del mondo di mettere al bando le mgf, sono ancora pochi gli Stati membri che hanno legislazioni adeguate per prevenire e per punire questa pratica.
Ps. Potete trovare nella nostra homepage il logo (in basso a destra) per firmale la petizione Mai più complici del collettivo Se non ora quando? Firmate e fate firmare per dire basta al femminicidio e a ogni forma di violenza di genere.