Care amiche e compagne,
in questi giorni si sono susseguite notizie sulle manifestazioni e iniziative di novembre contro la violenza di genere e contro la cultura in cui questa violenza nasce e cresce. Non possiamo che essere felici di questo moltiplicarsi di iniziative che, ci pare, non sono in contraddizione con la necessità di un lavoro più profondo e quotidiano ma ne sono l’esito. Per la nostra esperienza di uomini sappiamo che la visibilità sociale di parole diverse dalla norma imposta sono una risorsa anche per il percorso personale di ognuno e ognuna di noi.
L’associazione maschile plurale e la rete nazionale di gruppi di uomini impegnati non solo contro la violenza ma per la costruzione di una critica dei modelli dominanti di "virilità" hanno deciso di proporre un’iniziativa nazionale a Roma. Vi scriviamo per spiegarvi il senso della nostra iniziativa e per riflettere insieme sulle forme di relazione che possiamo costruire tra i nostri percorsi per nella loro disparità di dimensione e visibilità.
Abbiamo deciso, come uomini, che fosse ormai necessario assumerci la responsabilità e al tempo stesso la libertà di prendere un’iniziativa in autonomia che non si limitasse alla firma di un appello ma che vedesse la costruzione di uno spazio collettivo, di una pratica visibile che mettesse in gioco i corpi, che costruisse relazioni nuove.
Negli anni scorsi c’è stata spesso una discussione sull’opportunità di una presenza degli uomini alle mobilitazioni delle donne. Non vogliamo entrare nel merito di questa discussione né liquidarla condividendo la sua complessità. Diciamo solo che vogliamo evitare che focalizzi le nostre energie e la nostra attenzione.
Anche per questo abbiamo deciso di offrire e proporre agli uomini che vogliano esprimere il loro desiderio di cambiamento uno spazio e un percorso autonomo proponendo un’iniziativa costruita e pensata da noi ma, ovviamente, aperta alle donne e a tutte le soggettività impegnate nella critica alle forme dominanti di costruzione delle identità di genere e relazioni gerarchiche tra i sessi. Vorremmo che la preparazione della giornata del 21 novembre a Roma fosse occasione per un percorso di confronto, con la molteplicità delle esperienze del femminismo italiano e del movimento lgbt. Vi chiediamo di costruire insieme sia la presenza e la comunicazione nella piazza che l’organizzazione di incontri preparatori nelle città.
Il nostro impegno, la nostra pratica non sono per noi un mero gesto di solidarietà o di assunzione di responsabilità. Non crediamo di tratti di "questioni di donne". Al centro, per noi c’è una questione maschile su cui è necessaria una parola e una pratica maschile pubbliche.
La nostra presenza in Piazza Farnese il 21 novembre prevede non un comizio o un corteo ma uno spazio circolare e orizzontale dove proporre interventi individuali, letture di brani, contributi musicali. Dove raccontare esperienze e affrontare temi su cui, come rete di gruppi maschili e come associazione maschile plurale stiamo lavorando: dalla progettazione di attività didattiche nelle scuole alla riflessione sulla prostituzione e la tratta, dal lavoro concreto contro la violenza fatto nelle città alla riflessione sul nesso tra sessualità, potere e denaro nelle relazioni tra donne e uomini.
Ogni gruppo sarà inoltre presente il 25 novembre distribuendo nella propria città un messaggio "da uomo a uomo" nelle strade e contribuirà alle tante iniziative promosse da centri antiviolenza, associazioni e collettivi.
Saremo felici di poter costruire con voi un percorso condiviso di confronto e comunicazione che possa anche prevedere, nelle giornate del 28 e del 21 novembre, forme concrete di relazione tra le nostre iniziative.
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Lettera di "maschileplurale" alle donne in occasione del 25 novembre (Giornata contro la violenza alle donne)
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